Attualità

Dom. 22-1-17 (toilettes)

Di fronte alle catastrofi che stanno affliggendo il Centro Italia per l’azione combinata di terremoti e nevicate, sarebbe opportuno astenersi da ogni accusa o reprimenda, per evitare uno sciacallaggio sconsiderato e vilmente opportunista, come quello da cui si è guardato bene dall’esimersi il leader della Lega, Renzo Salvini, mentre curiosamente sembra che Grillo (mi riferisco al giovedì sera 25 gennaio) abbia fermato i suoi gregari su questa strada. E dunque, a maggior ragione dovrebbe tacere un fedele di Renzi come lo scrivente, che non ha alcuno stimolo a scagliare pietre contro di lui e le sue scelte. Però, è pur vero che se si vedono errori di condotta, qualche strale bisogna pur inviarlo, come del resto sta ormai facendo anche la stampa più neutrale e oggettiva. Per quanto mi riguarda, vorrei segnalare due mancanze apparse a uno come me, che se ne sta comodamente in poltrona a vedere quanto gli servono i vari notiziari video. Dopo le scosse dell’altro ieri, in una delle località più colpite è stata allestita prontamente una tenda abbastanza ampia e accogliente per ospitare i disastrati, e fin qui tutto bene. Ma è stata pure aggiunta, quasi incidentalmente, l’osservazione che questi ospitati non dispongono di toilettes. E dunque pare di capire che le persone di tutte le età, per fare i loro bisogni, con le relative ragioni di decenza, devono uscire al freddo esterno del sottozero. Eppure esistono le cabine mobili, basate sul ricorso a prodotti chimici, pronte per essere installate in occasione di festival musicali o di grandi riunioni. Quanto si fa per motivi di spettacolo non è disponibile davanti a queste sciagure? Non si doveva pensare di dotare i soccorsi di parecchie di queste cabine, che oltretutto si potrebbero agevolmente sistemare all’interno delle tende? Non dimentichiamo infatti che “toilette” deriva da “teletta”, era la tela che nei saloni del ‘500 isolava una ridotta porzione di spazio proprio per i bisogni fisiologici anche di un pubblico altolocato (gli appartenenti a ceti inferiori, già allora, la facevano in strada, come sono stati costretti gli attuali sinistrati). Seconda stridente assenza. Si sa che una delle note più angosciose del dramma in atto sta nella morte per assideramento del bestiame. Si vedono gli scheletri di contenitori-rifugio per i poveri animali, ma solo parzialmente ricoperti da teloni, per il resto rimasti nudi con le loro travature a vista. Era così difficile ricoprirli in tempo, e così evitare la perdita di buoi e di altri animali, fondamentali per salvare l’economia delle tante aziende agricole dell’area? Infine, veniamo al disastro peggiore e più macabro delle ultime ore, alla slavina che si è abbattuta sull’hotel a quattro stelle sotto il Gran Sasso. Non si tratta di recriminare eventuali ritardi nei soccorsi, sembra che in tal senso siano stati compiuti degli eroismi veri e propri. Ma, in presenza del rischio più che probabile di scosse sismiche, non toccava a qualcuno condurre attente esplorazioni sui dintorni di quell’hotel? Evidentemente una simile massa di neve non viene fuori dal nulla, vuol dire che gravava, incombeva in collocazione pericolosa, e che occorreva denunciarne per tempo la pericolosa presenza. E quella stessa costruzione, travolta come un castello di carte, rispondeva ai dovuti crismi, o era stata edificata chiudendo un occhio di fronte alle regole di sicurezza? Porsi degli interrogativi di questo genere non sembra cosa illecita, soprattutto nei primi due casi, su cui è ancora possibile intervenire.

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