Attualità

DOm.26-2-17 (Assemblea)

Ore 14,30. Smetto di seguire la diretta relativa all’Assemblea Pd condotta con la solita professionalità condita di arguzia da Mentana, mi pare che la cosa stia degenerando in logomachia, di cui non si intrevede ancora l’esito finale. In materia ripeto quanto osservavo nel mio domenicale precedente, trovo che sia stata una cattiva idea da parte di Renzi di avviare a ogni costo il Congresso attraverso l’atto formale delle sue dimissioni. In fondo, godeva di una eccezionale posizione di forza, come hanno testimoniato gli applausi che in Direzione hanno accompagnato le sue parole, e anche la votazione seguente, il che poi si è ripetuto poco fa anche all’Assemblea, dove gli interventi suoi e dei suoi simpatizzanti sono apparsi ben accolti, mentre molto più rarefatto è risultato il consenso concesso agli oppositori. Che cosa aveva da temere attendendo, come da regolamento, una scadenza congressuale secondo calendario, e cioè nel prossimo autunno? Pare sia caduta la velleità di anticipare pure la scadenza elettorale, che diviene impossibile, da conciliare sia con l’anticipo del Congresso, sia con le amministrative, sia soprattutto con un iter ancora oscuro e tormentoso per giungere ad avere una decente legge elettorale. Forse il timore di un cattivo esito appunto delle elezioni nei Comuni, il che avrebbe compromesso ancor più la sua posizione? Ma ragionando proprio su un risoluto avvio dell’iter verso la grande consultazione interna, occorrerebbe senza dubbio fornire garanzie agli eventuali competitori circa le regole da rispettare. E’ l’atto d’accusa mosso a Renzi da Epifani, che ha parlato a nome della minoranza, con un intervento in larga parte fuori centro, in quanto è consistito in una severa critica della condotta di Renzi sia da segretario sia da capo del governo, cosa da relegare ormai in un dossier di storia, anche se recente. Centrata invece l’osservazione che per indire un Congresso che si rispetti occorre istituire in precedenza un comitato di garanzia tale da fissare criteri validi per tutti i concorrenti. E’ questo un aspetto su cui Renzi avrebbe dovuto fornire chiarimenti, speriamo che lo faccia in chiusura. Ma, a fronte del suo silenzio su questo argomento cruciale, esso è stato affrontato da Franceschini, estensore di un chiaro intervento a favore dell’unità del partito, pronto anche ad assicurare che sicuramente si procederà alla nomina di un comitato per fissare le norme per una corretta e neutrale conduzione delle primarie. Sul finire del mio ascolto è apparsa tra le righe una possibilità che sarebbe una ingegnosa maniera di salvare capra e cavoli. Potrebbe succedere cioé che l’Assemlea respinga le dimissioni del Segretario, col che si ricadrebbe nella mia ipotesi di partenza, cesserebbe il tormentone circa la data del Congresso, troppo avvicinata o no, ragionevolmente remota così da consentire agli oppositori di prepararsi. Chissà come la cosa si chiuderà, ammesso che ciò avvenga nelle prossime ore e non ci sia un qualche prudente rinvio.

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