Attualità

Domenicale 18-10-15

Sono passati pochi giorni dalla grande vittoria di Renzi e della sua squadra relativa alle norme riguardanti la riforma del Senato, eppure su questo evento è sceso il silenzio, anche e soprattutto da parte della squadra dei “gufi” che profetizzavano fatiche indicibili e insormontabili lungo quel cammino, molti anche pregustando la possibile caduta del leader del Pd. Ora immediatamente il fuoco di fila, ovvero l’erezione di ostacoli da superare, si è spostato su altri momenti del lungo e faticoso percorso, per esempio sull’innalzamento da euro 1000 a 3000 della quota spendibile cash. A proposito di tale questione, chiediamoci se una buona volta non sarebbe giunto finalmente il momento che l’Eurogruppo si desse norme similari. Mai possibile che su un simile aspetto, certamente minore ma di grande impatto pratico, ogni Paese addotti criteri diversi? Ci si immagina lo sconcerto di un povero turista che deve fare lo slalom tra regolamenti diversi. Ma ritornando alla positiva conclusione delle trascorse epiche lotte in Senato, la foto che meglio ne documenta l’esito è l’abbraccio avvenuto tra l’ex-presidente Giorgio Napoletano e lMaria Elena Boschi, inflessibile tessitrice dell’operazione. Ricordiamo come il re dei gufi, Eugenio Scalfari, si fosse permesso di contrastare Napolitano quando quest’ultimo, nella sua saggezza, aveva ricordato che l’abolizione del bicameralismo perfetto non era da considerarsi una temeraria mossa di Renzi, ma un provvedimento invocato da lungo tempio, e addirittura clausola di base del momento in cui Napolitano stesso aveva accettato il secondo mandato, allora accolto come salvatore della patria da parte di coloro che di recente, Scalfari insegna, gli si sono rivoltati contro. Tuttavia c’è da notare una nota discrepante, rispetto a questo consolante quadro di armonia finale, si sa che proprio in quel momento di pieno successo l’ex-presidente ha avanzato una pur cauta osservazione che ora sarebbe il caso di ritoccare l’Italicum, le nuove norme di elezione della Camera. E’ un peccato che Napolitano non abbia esternato di più, o forse l’avrà fatto a chi di competenza, ma mi sembra che ancora una volta la Boschi abbia reagito con coerenza, da ferrea sostenitrice di una linea retta. Forse si vuole ritornare a considerare la possibilità di accorpamenti tra diversi partiti o gruppi, con relativo premio aggiunto? Meglio di no, sarebbe di nuovo la premessa a governi che poi non reggono, come è tristemente avvenuto a Prodi nei suoi due mandati. Non per nulla quella norma era stata sostenuta a spada tratta da Berlusconi, che vi vedeva la possibilità di riacchiappare le dissidenze, a cominciare da quella di Alfano e compagni. Mentre sul fronte del Pd nessuna utilità potrebbe venire per questo verso, ormai il divorzio consumato con Sel ed altre formazioni di sinistra appare insuperabile. L’unica possibilità è che, semmai, si abbassino i margini che consentono alle forze minori di entrare in Parlamento, proprio per non costringerle a rifluire in cartelli più vasti. Il Pd non può dimenticare il sostegno, seppure alterno e talvolta incerto, del Ncd, e in definitiva ha tutto l’interesse che anche i dissidenti verdiniani dal ceppo del berlusconismo, se possibile, vadano anch’essi a dama. Ci vuole insomma un quorum non troppo basso, il che porterebbe alla frantumazione delle presenze, ma neppure troppo alto, col rischio di obbligare frazioni dissidenti a rientrare all’ovile che si erano sentiti di abbandonare.

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