Attualità

Domenicale 9-10-16 (Conf.)

Mi pare di udire una bordata di fischi che si leva contro quello che sto per dire, se non fosse che i miei sono solitari monologhi allo specchio. Voglio lodare senza riserve l’intervista che Confalonieri ha rilasciato al “Corriere” venerdì scorso 7 ottobre, con perfetta diagnosi sul male che affligge il nostro Paese, in mano un “capitalismo protetto”, di capitani che coraggiosi non sono, e l’ennesima prova si è avuta proprio attraverso il Jobs Act, una delle poche operazioni rennziane che non mi sento di approvare fino in fondo. Ovvero, i nostri capitalisti hanno assunto lavoratori finché “protetti” dalla riduzione fiscale, salvo poi a licenziare o a non proseguire sulla strada virtuosa quando questi compensi sono finiti. Meglio credere nelle opere pubbliche, l’alta velocità è stata un’operazione da manuale, e ora credo che un investimento massiccio sul ponte dello stretto sia ugualmente una buona soluzione. Ma quello che conta è la pronuncia a favore del sì al referendum dichiarata senza reticenze dal braccio destro di Berlusconi, da colui che ne rappresenta il lato positivo, capace cioè di interpretare la “maggioranza silenziosa” che del berlusconismo è sempre stata la solida base. Confortante, per chi come me è un convinto assertore del sì, il paragone con la vecchia DC, che dai sondaggi risultava sempre perdente, ma poi, nel segreto dell’urna, i nostri cittadini la votavano, come garanzia di sicurezza e continuità. Forse lo stesso Berlusconi voterà di nascosto un sì, cui ora si oppone, contravvenendo proprio al consiglio dell’amico fidato, per fatue ragioni personali, le medesime che lo hanno indotto a venir meno al patto del Nazzareno: l’affronto che gli è stato fatto fino a condannarlo per frode fiscale e l’altro di aver mandato al Quirinale una persona a lui sgradita. Come tutti sanno, la riforma costituzionale è stata delineata da Renzi assieme alla controparte, attraverso la mossa geniale di aver stabilito un accordo con l’opposizione, e proprio nel nome di quella concordia di intenti che dovrebbe sorreggere i propositi di mutamenti costituzionali. Il bello è che ora sono i partigiani del no a muovergli il rimprovero di attentare all’unità del Paese, loro che sono venuti meno proprio a quella tacita alleanza: Berlusconi, per i motivi personali che ho appena ricordato, trascinandosi dietro la folla di sciagurati clienti e ripetitori che lo seguono passivamente; la sinistra del Pd per revanchismo, per il proposito di mandare a casa il bieco usurpatore che viene a interrompere i sacri quanto inutili riti del postcomunismo, a interromperne lo sterile primato mantenuto per decenni nel nostro Paese. E dunque, ecco la incoraggiante morale che viene dalle parole di Confalonieri: tranquillo, Matteo perché la maggioranza degli Italiani alla fine di darà ragione, capirà che dalla parte tua sta davvero l’innovazione, contrastata da altri per rabbia, propositi di rivincita, orgoglio offeso. Così ritengo che si pronuncerà la massa enorme di quei nostri concittadini che sfuggono ai sondaggi. I quali, vorrei sapere in che modo vengono condotti, non è che si vada a interrogare soprattutto i giovani ventenni-trentenni? Mi riferisco in particolare all’esito di un eventuale ballottaggio previsto a favore dei Cinque stelle. Non mi so immaginare, appunto, i berlusconiani, che non sia il bieco e ringhioso Brunetta, a votare a favore dei Cinque stelle, cioè del disordine e del caos. Quanto al referendum stesso, questo non è stato uno sfizio inutile come quello voluto da Cameron, foriero del Brexit, oppure la fatua protesta contro gli scavi petroliferi nel mare nostrum, In questo caso, si tratta di necessità imposta dalla stessa costituzione, diversamente è chiaro che Renzi lo avrebbe ben volentieri evitato, Ma credo che gli possa essere di conforto e di buon auspicio quanto espressamente dichiarato proprio da Confalonieri.

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