Attualità

Lunediale 26-6-17

Ieri, al momento di stendere il mio solito Domenicale, avevo voluto giocare al buio, senza aspettare l’esito dei ballottaggi. Ma un blocco provvisorio nell’accesso al mio sito mi obbliga a intervenire, per la rubrica dell’opinione, con un Lunediale, quando i giochi sono fatti, e anche a un fan del renzismo e del Pd a marca sua come il sottoscritto non resta che prendere atto della sconfitta. Colpa evidentemente di sbagli da parte dei vari amministratori locali, e anche di un quadro nazionale segnato da liti continue dentro il nostro fronte, che non hanno certo spinto gli elettori potenzialmente favorevoli a fare uno sforzo. E ci sono anche le decisioni in sede nazionale, come la soluzione del rebus banche, con forte esborso pubblico, o le liti generate dallo ius soli. E dunque, ombre centrali vanno a colpire anche i più ridotti arenghi municipali. Ne viene un motivo generale di riflessione, non sarebbe ora di accorpare queste varie chiamate alle urne, che appunto rischiano di dare responsi diversi, secondo il premere di fattori nazionali, variabili da momento a momento? Sarebbe anche un utile provvedimento per interrompere la continua chiamata a scontri elettorali cui siamo costretti. Si può o no prolungare, o ridurre nella durata alcune amministrazioni locali, in modo da riportarle al passo con tutte le altre?
Quanto agli effetti politici generali di questi ballottaggi, ripeto quanto già detto, sia da me sia da ben più autorevoli commentatori, difficile trasferire in sede nazionale questi responsi locali. Difficile, per esempio, che Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, in elezioni parlamentari riescano ad andare uniti, c’è infatti a impedirlo la totale divergenza di programmi tra Salvini e Berlusconi, e anche la loro disputa per la leadership. O se tentassero di andare al governo insieme, si dividerebbero alla prima occasione. Quanto al fronte di sinistra, non è esatto dire che qui il renzismo, ai vari appuntamenti, si sia presentato da solo, in genere in ambito localista per un momento si è ricompattata un’unità più vasta, che però non ha scongiurato l’esito negativo. Quanto a una proiezione nazionale della situazione presente, non resta che confermare che l’unica soluzione per ricongiungere un fronte di sinistra sarebbe l’uscita di scena di Renzi, i suoi avversari vogliono la sua testa, Prodi se lo deve mettere in testa, a meno che anche lui, subdolamente, ben conoscendo questa dura realtà, non si stia muovendo proprio per attuarla, con l’aiuto altrettanto subdolo di Pisapia. L’unica possibilità è che essi usino le loro energie per far nascere gruppi di sinistra abbastanza coesi, così da strappare, alle elezioni, una pur risicata presenza in parlamento. Si vedrà poi se, al dunque, in loro prevarrà l’affezione alla nobile causa del centro sinistra o l’odio verso Renzi, ovvero se voteranno con lui o contro, costringendo così il presidente Mattarella, come già il suo predecessore Napolitano, a formare un governo di unità nazionale, cioè in sostanza un nuovo patto del Nazzareno, unica soluzione, piaccia o no, a me non piace, che si staglia nel nostro orizzonte.

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