Attualità

Dom. 10-7-22 (Bernacca)

Il miglior meteorologo della RAI è stato il colonello Bernacca, che ci ammoniva a guardare i tempi lunghi, a prendere atto delle statistiche, prima di farci sciocchi profeti di catastrofi nascenti nei tempi brevi. Si ricordino alcuni infortuni in cui sono incorsi i nostri profeti di sventure, quando ci avevano parlato del buco dell’ozono, provocato, udite udite, addirittura dalle bombolette di sapone per barba, Poi c’era stato l’infortunio delle alghe dell’Adriatico, di cui non si parla più da tempo. Ora c’è stata la valanga della Marmolada, per cui, ad avviso di certi catastrofisti, si dovrebbero impedire le gite in montagna, che sono invece uno degli esercizi più sani e attrattivi che ci si offrono, io mi considero già un po’ defunto non certo perché vittima di qualche slavina, ma perché non posso più fare le mie amate escursioni in montagna, ritornare a Punta Penia come facevo più di mezzo scolo fa. Fra l’altro, se non sbaglio, Punta Penia è pur sempre raggiungibile dal di dietro, lungo una ferrata che magari presenta i soliti rischi di ogni via ferrata, ma credo sia immune da rischi di frane e simili. Ho sentito una stupida predicatrice di sventure dovute al riscaldamento del pianeta secondo cui si dovrebbero impedire gli innevamenti artificiali, col che, addio a una fonte di reddito legata agli sporti invernali, Vadano a vedere i Bernacca attuali, nel caso che esistano, se in passato non si siano già avuti lunghi periodi di ritiro dei ghiacciai e di siccità. Purtroppo, per una Greta Thurnberg costretta al silenzio dalla pandemia, ci sono mille profeti pronti a prenderne il posto, sempre agitando la minaccia dell’anidride carbonica. Che questa non sia un piacere, è indubbio, e ho già  più volte plaudito all’ipotesi che l’intero capitolo della mobilità su gomma si trasferisca al sistema elettrico. Ma come ricavare le immense quantità che questo senza dubbio salutare mutamento richiede? Ho già pure più volte osservato che non abbiamo dati sicuri se il ricorso alle rinnovabili, pannelli solari e pale eoliche, possano darci il quantitativo di energia sufficiente, ai di là del pur utile compito di darci l’acqua calda per il bagno e magari l’intero riscaldamento invernale. Per il momento, siamo costretti a importare energia elettrica dai Paesi, come la Francia, che la producano con centrali nucleari  di nuovo conio, con scarsi rischi e residui. Si era anche detto di associarci nelle spese di produzione di nuove centrali nucleari, da spartire con chi ne conosce già il know how, come appunto la Francia. Del resto, se anche noi imbocchiamo questa strada magari lunga decenni, non c’è tempo da perdere, pensiamo alle generazioni future, meglio tardi che mai. Infine, un pensiero anche per l’altra piaga, la mancanza di acqua per l’agricoltura, credo che la tecnologia attuale ci consentirebbe di desalinizzare in grandi proporzioni masse d’acqua marina.

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