Niente da fare, in vista della soluzione a me cara, di una possibile intesa governativa tra Pd e M5S. La questione di un indebito finanziamento dalla Russia alla Lega, sicuramente tentato, pare però che non si sia concluso, e dunque non vale a indebolire Salvini, che invece porta a casa il calo dello spread e dati abbastanza positivi per quanto concerne l’occupazione nel lavoro. Insomma, nulla fa presagire l’arrivo di una crisi di governo, che potrebbe indurre Mattarella a mettere alla prova la diversa combinazione di forze parlamentari, per cui esisterebbe una possibile maggioranza. Il Pd si accontenta delle proclamazioni che a dire il vero mi sembrano alquanto vacue dell’attuale segretario Zingaretti. Dovrebbe essere chiaro che delle buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno, o quanto meno del lasciare il partito impigliato in un esito elettorale che non gli consente certo di esercitare quella vocazione maggioritaria su cui si vaneggia. Procedendo di questo passo, ci vorranno decenni prima che al Pd si presenti l’opportunità di tornare a fare il governo. Molto velleitario è pure il proclama del “vogliamoci bene” che il Segretario non si stanca di esternare, con relativo invito a procedere nell’unità, quando invece continuano ad emergere i segni dei compromessi fatti col bilancino. Per esempio, cosa è mai l’incarico dato al soccombente alla corsa alla segreteria, a Martina, di rifare lo statuto del partito, se non appunto un contentino, tanto per tenerlo buono? Una cosa così importante il Segretario se la dovrebbe tenere per sé, o comunque controllarla da vicino. Dio ci scampi poi dall’ipotesi di separare le due cariche, quella di Segretario e l’altra di Presidente del Consiglio. Sarebbe il modo migliore per aprire le ostilità tra i due e rompere qualsiasi ipotesi unitaria. Del resto, mi pare che non ci sia Paese in Occidente in cui i due ruoli non si tengano uniti. Il caso Letta fa testo, era logico e inevitabile che Renzi, una volta promosso Segretario, gli togliesse di mano la campanella. Confesso che ho sperato che da Lotti, dato per renziano ortodosso, venisse qualche sprazzo di interessamento rivolto verso i Cinque stelle, ma sembra che Renzi non voglia marciare per questa strada, limitandosi per il momento a fare le pulci addosso agli avversari di ieri, in sterili compianti.