Attualità

Dom. 6-5-18 (Buffon)

Si è rifatto vivo puntualmente il solito fronte antirenziano, costituito dalla schiera di commentatori politici per i quali ho rimesso in vita l’epiteto craxiano definendoli “dei miei stivali”, ma si potrebbe anche parlare di una ”vil razza”, non “d’annata”, ma semplicemente di giornata, attiva nei vari salotti televisivi della Gruber e compagni. Essi hanno osato proferire minacce e condanne per l’eccellente uscita televisiva dell’ex-segretario nell’ormai famosa intervista alla corte di Fazio, dove si è comportato come un portiere avveduto, diciamo come un Buffon, che quando la rete è sotto assedio non aspetta che gli avversari si facciano sotto e giungano al tiro, ma fa un’uscita coraggiosa bloccando la palla. Quella sua sortita ha cancellato l’orrida pretesa che il Pd aprisse ai Pentastellati. Si noti che dopo quel suo ammonimento nessuno, nell’intera Direzione del Partito seguita subito dopo, ha osato riaprire quel discorso, la palla è stata bloccata per sempre. A quel modo Renzi ha salvato il nostro onore dalla mala genia di quanti, per mendicare qualche posto di sottogoverno, erano disposti a porgere il fondoschiena agli affronti di Di Maio e compagni. Si noti anche con quanta eleganza sempre il nostro leader massimo, uscito dalla vicenda pienamente rinforzato, ha fatto confermare, senza colpo ferire, il Martina a una segreteria provvisoria, ben capendo che questo al momento è il male minore, tiene tutti uniti in attesa di soluzioni future più impegnative.
E così la palla è tornata a Mattarella, il quale a dire il vero si poteva risparmiare la consultazione in extremis di domani, ma il personaggio è lento e timoroso. Dopodiché non resterà che affrontare l’unica soluzione possobile, come mi ero permesso di profetizzare, nel mio piccolo, già il 5 marzo. Resta solo da fare un capo del governo si indicazione del Presidente, che non potrà consistere nel tenere a galla Gentiloni, con buona pace di Scalfari, contro cui tutti sarebbero pronti a lanciare bordate irresistibili, ma neanche uno dei due presidenti delle camere, figure troppo legate all’uno o all’altro dei fronti “non vincenti”. Dovrà essere un personaggio “terzo”, Mattarella ha solo il compito di frugarsi un po’ le meningi in questo senso, affidandogli quasi unicamente il compito di indire al più presto nuove elezioni. Questo non è un trauma, ma un rito contemplato negli annali della democrazia, ci sono già passate la Spagna e la Grecia, con esiti tutt’altro che disastrosi, stava per passarci perfino la prima della classe, la Germania. Basterà introdurre appena una modifica al Rosatellum, fissare un premio di maggioranza per la coalizione vincente che non sia superiore al 40%. Ho già detto che tra i “fake” commenti di nostri giorni ci sta l’esecrazione appunto del Rosatellum, come se l’introduzione dei collegi uninominali non fosse stato un utile contemperamento del rigore del proporzionale puro. Ripresentarlo, col premio come detto sopra, porterà quasi sicuramente alla vittoria la coalizione di destra, ma con ciò si ritroverebbe un ritmo bipolare. il Pd è già rassegnato a andare all’opposizione, ma come lo sono andati Laburisti in Inghilterra, i socialisti in Germania, i democratici negli USA, E’ ridicolo, indegno di politologi seri, il pianto funebre sulle sorti del Pd, ovvero di un socialismo democratico che finalmente è nato anche in Italia, dopo essere stato conculcato nei decenni dal dominio del PCI. Le idee, il DNA sociale, hanno radici robuste, alla fine del ’68 francese si è levato un motto propiziatorio, “comme le muguet renaitra un beau jour le mois de mai”. Stiamo sicuri che prima o poi anche dalle nostre parti rispunteranno il garofano o l’ulivo. Voglio invece sperare che col tempo si disciolga una formazione ibrida e qualunquista come il M5S, in cui fra l’altro appare già condannato a morte il borioso ducetto a nome Di Maio. Una postilla: per andare a nuove elezioni bisogna superare la ritrosia dei nuovi eletti che non se la sentono di rimettere in palio i loro scranni appena conseguiti, ma gli si potrebbe rilasciare un buono di riconferma automatica, se almeno non caleranno i voti che li hanno promossi.

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