Attualità

Domenicale 29-5-16 (Berlinguer)

Il problema del giorno, assillante, massacrante, continua a essere l’invasione dei migranti, che hanno ripreso ad affollare la rotta mediterranea dalla Libia alle nostre coste disseminandola di naufragi e di morti. Contro questo flagello non resta che ripetere le due possibilità qui già più volte ricordate, o una dissuasione contro gli scafisti, esercitata dalle nostre navi entrando nelle acque territoriali del paese africano, dietro concessione del governo libico ormai esistente, anche se solo sulla carta. Oppure, chiedergli di esercitare un controllo militare sulle sue coste, magari con finanziamento da parte europea, e con l’aiuto di forze armate finalizzate ad hoc. Purtroppo la soluzione organica che starebbe nell’ intervenire con forti sovvenzioni ai paesi africani dell’interno per evitare che la loro popolazione, priva di forme di sostentamento, se ne vada per fame, richiede tempi lunghi. Sarà la via decisiva, ma ci vorranno decenni per realizzarla.
L’altro problema, ugualmente assillante, anche se di taglio nostrano e del tutto risolvibile con la buona volontà, è dato dal referendum per la riforma della costituzione. Ho ironizzato, nel pezzo precedente dedicato al film di Virzì, su Benigni, che a mio avviso ha cominciato a decadere, nella sua pretesa di assurgere a pomposo vate nazionale, con la serie di puntate in lode della “costituzione più bella del mondo”, mentre al contrario essa esige proprio quelle riforme che il referendum dovrebbe approvare, e la questione è davvero decisiva, sorprendono e amareggiano gli ipocriti consigli ad abbassare i toni che vengono dal “Corriere della sera”. Si potrebbe invece rilanciare in merito il vecchio slogan che aveva accompagnato un altro referendum in cui il popolo italiano veniva chiamato a decidere proprio sulla natura stessa dello stato. Su quella falsariga si dovrebbe intonare oggi un analogo “O la riforma costituzionale o il caos”. Se sono veri i sondaggi di Pagnocelli e compagni, secondi cui l’opinione pubblica riserverebbe a questo problema una percentuale di attenzione molto bassa, vuol proprio dire che i nostri cittadini sono ormai scollati dai problemi più urgenti, meglio allora che ci sia una classe politica che se ne fa carico e ci pensa al loro posto. Nell’attuale astioso dibattito sorprendono ancor più due risvolti: che si pretenda indebita la dichiarazione di Renzi, spalleggiato dalla Boschi, secondo cui se malauguratamente il referendum avesse un esito negativo, i due se ne andrebbero. E’ la cosa più logica e naturale, del resto ci penserebbe la maggioranza vincitrice a pretendere l’uscita di scena di Renzi, con bordate di fischi e dileggi. E’ veramente tragicomica la mossa del duo Bersani-Cuperlo che invita a scindere le cose, l’esito della consultazione e la persistenza o no di Renzi al governo. Ci penserebbero loro con estremo giubilo a destabilizzarlo, a imporgli il ritiro. Altra questione. Sicuramente è indebito personalizzare l’assenso o il rifiuto rispetto alla svolta costituzionale tirando fuori dall’armadio i busti di Berlinguer e di altri, e dunque si può dare ragione a Bianca, la figlia del leader del PCI, quando chiede che non venga scomodato il nome del padre, di cui peraltro, secondo la logica del palazzo, lei stessa deriva il privilegio di essere la direttrice del telegiornale di Rai3, che sappiamo bene essere stata data in appalto, nell’era del consociativismo, al partito ufficiale della sinistra. Ma la sua oppositrice, in un dibattito nel salotto della Gruber, Debora Seracchiani, aveva ragione da vendere nel rivendicare non tanto delle paternità personalizzate, nella lotta al bicameralismo perfetto, bensì una costante programmatica del fronte della sinistra, questa è una realtà storica che nessuno può negare.

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