Attualità

Laprimavera della pittura

La primavera della pittura

   Con questo titolo il Pazzo Reale di Milano espone l’ennesima nostra di Felice Casorati, un maestro di cui non si sentiva certo il bisogna di una ennesima dimostrazione delle sue qualità, ma forse merita pur sempre segnalare quel suo spettacolare mutamento da una fase giovanile, tutte posta all’insegna dei fiori e di un linguaggio effimero, alla fase mentale in cui ha spazzato via tutto quel fiorame posticcio,  come si farebbe per liberare un qualche posto, magari addirittura un cimitero. Da quel momento egli si è messo a soffiare dentro le spoglie delle sue figure, gonfiandole in sicuro rilievo platico, fossero persone oppure oggetti. E’ un mutamento che ha interessato tanti altri che però a differenza sua proveniva dal futurismo, ma avevano la comune destinazione di approdare a un plasticismo fermo, quasi inesorabile. Ed è stata una grande stagione per l’arte italiana, che ha retto sicura per tutti gli anni Venti, avendo proprio Casorati un esponente in comune con gli altri ma con sua predisposizione singolare per aguzzare i contorni delle figure, lasciando loro un rilievo leggero, quasi fossero di cartone, docile a una modellazione a scatti, a entrate e uscite di scena, il che, pur nel quadro di esperienze comuni, gli ha dato un rilievo particolare e inconfondibile.

La primavera della pittura

   Con questo titolo il Pazzo Reale di Milano espone l’ennesima nostra di Felice Casorati, un maestro di cui non si sentiva certo il bisogna di una ennesima dimostrazione delle sue qualità, ma forse merita pur sempre segnalare quel suo spettacolare mutamento da una fase giovanile, tutte posta all’insegna dei fiori e di un linguaggio effimero, alla fase mentale in cui ha spazzato via tutto quel fiorame posticcio,  come si farebbe per liberare un qualche posto, magari addirittura un cimitero. Da quel momento egli si è messo a soffiare dentro le spoglie delle sue figure, gonfiandole in sicuro rilievo platico, fossero persone oppure oggetti. E’ un mutamento che ha interessato tanti altri che però a differenza sua proveniva dal futurismo, ma avevano la comune destinazione di approdare a un plasticismo fermo, quasi inesorabile. Ed è stata una grande stagione per l’arte italiana, che ha retto sicura per tutti gli anni Venti, avendo proprio Casorati un esponente in comune con gli altri ma con sua predisposizione singolare per aguzzare i contorni delle figure, lasciando loro un rilievo leggero, quasi fossero di cartone, docile a una modellazione a scatti, a entrate e uscite di scena, il che, pur nel quadro di esperienze comuni, gli ha dato un rilievo particolare e inconfondibile.

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