Nespolo, novello mosaicista
A Torino la Pp Art si è espressa alla grande con ben quattro punte, Gilrdi, Pistotletto, Monodino e Nespolo. I primi due hanno avito la fortuna di essere inseriti nella mostra ufficiale che consacrava i pop internazionali. Io ero stato molto amico di Gilardi, spingendo la Galleria Nuova Loggia a fargli una mostra quando lavorava con Enzo Sperone, ma poi non aderì mai all’Arte povera, anche se introodusse in Italia l’Antiform. Con Pistoletto ho sempre avuto un rapporto misto di ammirazione e di qualche sospetto. Di Nespolo sono sempre stato amico, e anche in questo momento nel mio studio ho sotto gli occhi un primo lavoro dove c’è già tutto per intero. Si tratta di un blocchetto di cubi multicolori tenuti insieeme da un morsetto. E’ un primo segno di quel nuovo mosaicismo di cui poi è stato un praticante convinto, forse un po’ monotono, ma con spirito di grande intraprendenza. Basti dire che acquistando un appartamento dopo l’altro si è conquistato una sede torinese subito accanto alla seconda stazione della città, Porta Susa, dove dispone di atelier, stanze per conferenze, per incontri con la stampa e i collezionisti. Ora fa una delle sue tante mostre a Verbania. E’ anche molto vanitoso, non manca di informarmi quando esce sulla stampa uno dei tanti pezzi che lo celebrano. Devo dire che dopo qualche reticenza iniziale sono stato molto amico di Mondino, e delle sue opere paradossali come il tabacco che diventa moka o mecca, o la famosa torre di cremona che diventa torrone. Invece Gilardi, dopo aver annunciato l’Antiform, non è stato capace di adeguarvisi e a n mio avviso è rimasto prigioniero di una pop vivifica da inserti meccanici.ù
Ugo Nespolo. Verbania, Villa Giulia.