A mio avviso Chia è sempre stato il più debole fra i cinque Transavanguardisti, Clemente si è sempre salato per una eccezionale capcità negli autoritratti, Paolinoi peer un perfetto colorismo, Cucchi per un autentico spirito barbarico. De Mria è sempre stato un isolato. Al confronto Chia appare più “nromale”, con figure quasi dilettantesche, con poca grinta e spessore. Forse qualche nota migliore la meriterebbero sia le sue sculture sia le conrici entro cui incastra i suoi scialibi lavori. Ma certo, un omaggio ci sta, non sarebbe giusto abbandonarlo del tutttto, quindi fa bene la Galleria bolognese Maggiore a dedicargli un omaggio.
Sandro Chia, Attraverso il fuoco, Bolognsa, Galleria Maggiore, fino al 25 luglio.