Vasari a Palazzo Corner
Da Artribune apprendo che a Venezia, Palazzo Corner, si sta ricostruendo un affresco in diversi pannelli realizzati dall’instancabile Vasari, al cui proposito devo ripetere quanto ho sempre detto di lui. Grande come storico dell’arte, o più precisamente quasi l’inventore della fenomenologia degli stili, tanto per nobilitare la materia inedita che ho insegnato per decenni al Dams. E grande anche come architetto, sulle tracce del da lui tanti amato Michelangelo. Gli Uffizi di Firenze sembrano già un edificio “moderno”, quai un Bauhaus avanti lettera, E del resto la proposta di una maniera moderna è stata la geniale intuizione vasariana sul fronte della critica. Ma come pittore non è stato all’altezza della sua intuizione, ripiegando piuttosto su una “maniera bella”, carpita da Raffaello, resa tondeggiante, paffuta, intenta a raggiungere una perfezione da manuale. E proprio il fare grande portava a mettere in luce tutta la sua scarsità di talento pittorico, che come si sa ha avuto la sua consacrazione quando ha ricevuto da Firenze l’incarico più prestigioso, la decorazione della cupola di S. Maria del Fiore. Ma con risultati così mediocre che i Fiorentini sono sati sul punto di cancellare quegli affreschi. Ancorato alla sua “bella maniera”, Vasari non è neppure stato capace di fornire qualche spunto di manierismo, che anzi ha condannato quasi con un criterio nazionalista, imputandolo a Alberto Duro, la sua via di italianizzare il nome dell’artista nordico. Non credo che in lui ci fosse l’intento di un doppio gioco, forse era una pura e semplice traslitterazione in italiano del cognome del tedesco, ma certo almeno in questo ci prendeva, a Durer per essere un moderno a tutti gli effetti mancò lo stemperamento delle forme del fattore atmosferico, di cui non ebbe mai alcun presentimento