Letteratura

Cavalera, la fortuna di non rispettare i propri propositi

Ricevo il LIber ex libris di Nadia Cavalera, prefato da un fine talento critico quale Francesco Muzzioli, il che fa bene sperare sulla qualità del prodotto, di cui tuttavia non posso dare per buona la finalità dichiarata, che sarebbe di costituire un coro di liriche fatte su misura di grandi autori in una schiera che, cito alla rinfusa, comprende Derrida, Barthes, Marx, Bertrand Russel, Voltaire, e via elencando. Ma le liriche che si riferiscono a questi grandi nomi mi pare che non facciano un minino sforzo di echeggiarli, al contrario rendono tutti un medesimo suono, ovvero sono il frutto omogeneo del talento poetico della Cavalera,. Ma per fortuna questo c’è, proprio nella sua omogeneità riconfermata a ogni passo. Ho già detto più volte che il genere poesia non è proprio il mio solito terreno di caccia, mi limito ad apprezzare in questo settore ogni sforzo di uscir fuori dal “poetichese”, ebbene qui ci siamo, l’autrice dimostra ad ogni passo la sua capacità di evitare il conformismo e di seguire vie originali, forse talvolta perfino in misura eccessiva. A cominciare da piccole rivoluzioni nella punteggiatura, per esempio la tendenza a mettere il segno dei due punti non a sospensione di quanto annunciato, e per invitare a una ripresa, bensì in apertura di verso. Oltre a questa prima dislocazione utilmente innaturale, seguono tanti matrimoni semantici a ruota libera, quasi nessuno giustificato da un senso comune, che peraltro è il nemico principale di una giusta procedura lirica. Lamentavo poco fa un rientro nelle file di una certa ortodossia di chi, come Cesare Viviani, era stato energico e coraggioso nell’uscirne fuori. Se ora lui è perso a tale causa, abbiamo trovato questa poetessa, che forse proprio per insistere nel suo esercizio rinuncia a fare il verso ai grandi nomi del passato, ma meglio procedere sulle proprie orme, in barba a enunciazioni che non trovano riscontro,

Nadia Cavalera, Liber ex libris, Edizioni Milella, euro 15,90.

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