Letteratura

De Giovanni, una Soledad inesistente

Soledad

Maurizio De Giovanni è un produttore instancabile di gialli, divisi in varie serie. Io preferisco quella dei Bastardi di Pizzofalcone, anche perché dominata da un ottimo Alessandro Gassman che con i suoi umori tristi e pensosi riscatta i toni troppo declamati del padre. Meno buona  a mio avviso la serie capeggiata dal commissario Ricciardi, di cui l’ultimo exploit appena uscito è Soledad, ma già il titolo contiene due aspetti sbagliati, intanto quel vizio di voler ricorrere a riferimenti alla cultura ispano-americana, che fa molta fatica a conquistarsi un vero ruolo nel romanzo. E soprattutto non funziona il richiamo alla solitudine, o non più di quanto non sia già ampiamente previsto per la nostra condizione umana dai famosi versi di Quasimodo, “ognuno è solo sulla terrra… “,ecc. con quanto segue. Infatti non è solo il protagonista principale, il commissario Ricciardi, che certo è vedovo, ma compensato per l’affetto che porta alla figlia Marta. Il suo braccio destro, il brigadiere Maione, in definitiva più simpatico e umano del suo superiore, di figli ne ha tre o quattro. Ma perfino la protagonista principale, in apparenza obbligata alla carrozzella, in definitiva non è sola perché può contare su qualche visita periodica, anche se lesinata col misurino, dalla figlia, che poi è la vittima designata del rituale omicidio che in un giallo non può certo mancare. Ma anche lei non soffre certo di soledad, anzi, di uomini nella sua vita ce ne sono troppi, un anziano benestante nel ruolo ambiguo sospeso tra il padre putativo e l’amante senza più le energie richieste da un autentico rapporto sessuale. Assunto, questo, da un brillante giovanotto che addirittura appartiene alle gerarchie del fascismo. Questo infatti un ulteriore impiccio di questi romanzo, il fatto di volersi occupare anche della questione politica, di un’Italia sull’orlo della sconfitta ma ancora sottoposta al controllo del regime, con rischio di persecuzioni e condanne. Tutti elementi esterni, per fortuna, mentre in definitiva le intuizioni di Ricciardi, che non possono certo mancare, ci riportano a una situazione ben nota non solo ai giallisti ma anche alle cronache della delinquenza, che cioè i drammi più efferati e angosciosi in genere trovano la loro soluzione nel seno della famiglia, Ovviamente  non posso dire nulla di più per non togliere ai miei pochi lettori il piacere di andare a scoprire la soluzione per conto loro. In definitiva, il nostro autore poteva buttare via tutti i diversivi e concentrarsi sul dramma familiare, che non è certo mosso dalla soledad.

Maurizio De Giovanni, Soledad, Einaudi stile libero, pp. 279, euro 18,50.

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