Attualità

Dom. 18-6-17 (Prodi)

Il presente domenicale, evidentemente, è rivolto a commentare gli esiti del primo turno elettorale in molti comuni, in attesa del ballottaggio di domenica prossima. C’è un dato su cui tutti concordano, la constatazione del flop subito da Pentastellati, incapaci appunto di arrivare, se non in pochi casi, al ballottaggio. Ma nessuno si meraviglia, si sa bene che questa formazione, proprio per il fatto di essere recente e senza radici, si trova a disagio nelle consultazioni locali. Si aggiunga un fatto, mi sembra meno segnalato, che il pubblico elettorale in cui i Cinque Stelle pescano, fatto di giovani arrabbiati contro il sistema, risulta insensibile alle problematiche più circostanziate su cui si dibatte nelle elezioni locali. Del nostro elettorato giovanile, insomma, come del pretore della nota sentenza, si può ben dire che “non curat de minimis”. E quindi hanno ragione i commentatori che ammoniscono a non vedere in questo relativo insuccesso del fronte di Grillo l’inizio di un declino del movimento, nelle occasioni che contano in sede nazionale esso purtroppo apparirà “più forte che pria”.
Ma proprio per il carattere specifico da riconoscere alle consultazioni locali sbaglia chi ne trae la conseguenza che bipsgna trasportare la medesima logica anche in sede nazionale, puntare cioè agli apparentamenti. Si è visto che Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia riescono davvero a coesistere, se si tratta di far vincere un sindaco o una lista unitaria, e si deve aggiungere che una regola del genere vale anche a sinistra, ovvero in sede locale il PD riesce a unirsi con i suoi vari fuoriusciti, non ci sono i fantasmi del personalismi a erigere veti incrociati. Ma questi riemergerebbero fatalmente in sede nazionale, quindi vani sono i consigli di chi insiste su una politica del ricongiungimento, o quanto meno della federazione. Ora perfino Renzi finge di crederci, tirato per la gabbana da tanti, suoi fan compresi, che gli rimproverano una politica troppo altezzosa e personalistica. Da qui gli incontri con Prodi e Pisapia. Ma suppongo che da parte di Renzi queste siano solo operazioni di facciata, che lui sappia bene che attualmente Pisapia è il suo principale avversario, magari con l’aiuto di quell’ “Italo Amleto” in cui si è trasformato Prodi, che mi pare stia sfogliano quotidianamente la margherita chiedendosi: rientro in gioco o no, mi ci butto o faccio il padre nobile? Siamo sempre lì, pe riaprire a certi versanti della sinistra Renzi dovrebbe scomparire, darsi davvero a vita privata. Finché resta in campo lui, il matrimonio “non s’ha da fare”. E poi perché gli oppositori non hanno scelto la via regia, di entrare cioè formalmente nelle file del Pd e di candidarsi alla segreteria del partito? Tutte le altre sono operazioni subdole e di corto respiro.

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