Attualità

Domenicale 14-11-15

Naturalmente mentre stendo questa consueta noterella domenicale sono schiacciato dall’orrore di quanto è successo a Parigi. Mi sento però di osservare di nuovo quanto sia stata improvvida l’idea di Papa Bergoglio di indire un giubileo in un simile clima di immanenti attentati, davvero qualche consigliere della sua cerchia, o qualche uomo politico italiano, avrebbero dovuto dissuaderlo. Inoltre anche il tema proposto per il grande raduno mi sembra non del tutto felice. Forse Papa Francesco, buon conoscitore della nostra lingua ma non del tutto, non conosce l’espressione “misericordia!” con cui noi bolliamo qualche eccesso o cosa fuori del nomale. Speriamo di non dover pronunciare questa parola in presenza di qualche eventi pernicioso del prossimo giubileo. A parte un tale uso improprio, la parola comunque è alquanto desueta, meglio sarebbe stato adottarne altre forse più centrali e di più immediata comprensione quali “caritas” o “fratellanza”.
Ritornando a fatti più consueti, vorrei dedicare una osservazione al dopo-Expo, dove mi pare che si stia confondendo un dato quantitativo di superficie con uno intensivo. Quell’area mi pare si presti per insediamenti appunto estensivi, per esempio il Comune di Milano dovrebbe accaparrarsi uno dei padiglioni residui per porvi finalmente quel Museo dell’arte contemporanea, cioè dal 1970 in su, che non trova posto nell’angusto Museo del Novecento, e che doveva andare all’ex-Ansaldo, poi invece destinato al Mudec- Inoltre quell’ampia area sarebbe uno spazio ideale per foresterie, per aule universitarie eccetera, Quanto invece a insediamenti di alta tecnologia, se non si tratta di qualche acceleratore di particelle bisognoso di anelli multi-chilometrici, in questi casi mi sembra che sia da tenere presente un’esigenza intensiva, di laboratori che magari non richiedono aree smisurate ma un perfezionamento e arricchimento di strumenti, alla cui luce il “grande” dell’area Expo potrebbe non risultare congeniale. In merito mi viene in mente quel felice slogan pubblicitario che contrapponeva la pretesa di un “pennello grande”, inteso in senso volgarmente contenutistico, al “grande pennello” come garanzia di qualità.

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