Arte

Perché cancellare l’istituzione musei?

Il Sindaco di Bologna Lepore annuncia sulla stampa locale (con riscontro anche su Artribune) di aver sciolto l’istituzione musei. Ricordo a malincuore che quella era stata una utile conquista di Concetto Pozzati, il nostro più noto artista dai Settanta in su, quando oltretutto era stato assessore alla cultura, sempre del Comune bolognese. Si pensi che fino a quel momento le delibere prese dal direttivo della GAM, come allora si chiamava l’organo espositivo del Comune, dovevano essere approvate dal Consiglio comunale, quindi le mostre venivano sempre inaugurate senza una legittimazione delle autorità preposte. Poi l’esempio era stato assunto pure in altri settori, come quello delle biblioteche. Non so se nel loro caso l’istituzione permanga o anche qui venga cancellata. Non mi è chiaro che cosa significhi questo passo, l’importante sarebbe che Lepore si mettesse in testa di dare più soldi proprio al settore mostre. L’idea di accorpare questo ambito col turismo non mi sembra  felice, non vorrei che rispuntasse una soluzione rovinosa, presa dal sindaco precedente, e speriamo non mutuata dall’attuale, cioè di dedicare alla voce mostre solo i proventi delle tasse di soggiorno pagate dai turisti nei nostri hotels. Si sa bene che questa entrata era crollata a zero nei tempi passati a causa del Covid, ora non so bene quando il turismo dalle nostre parti si  rimetta in corsa. Al momento, so solo che i nostri musei, a cominciare dal Mambo, sono in secco. Io ho tentato di trasferire a Bologna la mostra di Vasco Bendini organizzata dalla Galleria Nazionale di Roma per onorare il suo centenario dalla nascita ma non ho trovato spazi disposti ad accoglierla, e tanto meno i  fondi necessari. Per fortuna c’è uno spazio che non viene meno, gestito dalla presidente del Consiglio della Regione Emilia-Romagna, curato molto bene da Sandro Malossini, e dotato anche dei giusti mezzi per fare esposizioni. Ebbene, proprio grazie a questa via riusciremo a rendere omaggio a Bendini, seppure in misura parziale, con un trentina di dipinti relativi al periodo bolognese posto all’ombra di Francesco Arcangeli, Non è molto, ma la sola cosa oggi possibile, in un periodo in cui la città felsinea è in grave perdita di possibilità e di conseguente prestigio. Penso con invidia a Firenze che invece funziona a pieno ritmo, tra Museo del Novecento, Fortezza in alto, Giardino Boboli, Palazzo Strozzi. Noi ci abbiamo Artefiera, ma ormai minacciata dalla torinese Artissima, divenuta competitiva grazie all’Alta Velocità che permette di raggiungere rapidamente il capoluogo piemontese. Noi abbiamo pure l’effimera Artcity, che certo dimostra come siamo ricchi di talenti, ma che rischiano di bruciarsi in fuochi effimeri, non avendo alle spalle una qualche struttura pubblica capace di sorreggerli come si deve.

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