Attualità

Dom. 14-2-21 (Cicerone)

Credo che, per la legge del taglione, si debba rivolgere contro Beppe Grillo la frase ciceroniana da lui scagliata contro Matteo Renzi, “Quo usque tandem abutere, Beppe, patientia nostra?”, cioè fino a quando continuerai a fare l’oracolo, il conduttore di una jacquerie, di una rivolta qualunquista e sgangherata, invece di rientrare nel tuo mestiere di comico, che sai fare così bene? Come la storia del pifferaio, hai guidato una schiera di sprovveduti a conquistare il Palazzo, per fortuna in vie pacifiche ma con il medesimo intento eversivo che ha mosso di recente i partigiani di Trump all’aggressione del Capitolium. Hai sfruttato la quasi normale avversione della gente normale verso le istituzioni, invece di convincerla della loro necessità. Hai predicato che si dovevano svuotare le sedi deputate come vili scatolette di cibo, portando una massa di spostati ad occupare il potere. Per fortuna in qualche prossima elezione di loro non rimarranno tracce consistenti, il fenomeno, come tutti i fatti improvvisi e occasionali, si dissolverà nel nulla. Meno male, però, che qualche lume di intelligenza politica non ti manca, ma nel segno della contraddizione repentina. Per esempio, hai capito che un anno fa non era proprio il caso di andare a nuove elezioni, che avrebbero consegnato il nostro Paese a Salvini e a tutta la destra retriva. Per un momento ti sei trovato d’accordo con Renzi, anche lui pronto a fermare il gesto suicida dell’improvvido Zingaretti, che predicava invece la necessità di andare alle elezioni, soprattutto per far fuori il nido di deputati ribelli stretti attorno all’odiato Renzi. Ma poi, di recente, contro di lui hai scagliato l’invettiva ciceroniana, non solo, ma hai pure ribadito il “Conte o morte” che era la piattitudine, il lasciar correre, l’impelagarsi nell’immobilismo assoluto. Salvo poi, con l’ennesima giravolta, cercare di persuadere il tuo popolo ad accettare un’improvvisa conversione a favore di Draghi, naturalmente, condendo il cambiamento di rotta con una parvenza, una pennellata di attualità, come se fosse nella vocazione dei tuoi Pentastellati farsi carico di quella transizione verde e ambientale di cui non si sono preoccupati nei due anni in cui sono stati al governo. Del resto, quelle tue recenti parole d’ordine sono solo un orecchiare temi alla moda, tutti da verificare. Abbiamo ancora bisogno che le fabbriche di auto sfornino i loro prodotti, e che magari l’lIva continui a produrre acciaio. E poi, perché parlare di un ponte o tunnel di congiungimento tra Calabria e Sicilia come se fosse una barzelletta tutta da ridere? Forse che i nostri vicini non sono riusciti addirittura a fare un tunnel sotto la Manica? Noi del resto siano stati capaci, a suo tempo, di creare una rete rispettabile di autostrade, e ora non andiamo poi male del tutto con l’alta velocità. Inoltre, affrontiamo il problema, è davvero possibile abbandonare i combustibili fossili a favore dell’elettricità producendola solo con le cosiddette fonti rinnovabili, o invece per averne un quantitativo sufficiente è necessario ricorrere a centrali termonucleari? Non vedo l’ora che tu abbandoni il piffero incantatore, o che riprenda a usarlo, come senza dubbio sai fare, sui palcoscenici teatrali.

Standard