Attualità

Domenicale 17-1-2016

Anche questa domenica insisto sui fatti di Colonia, benché ormai lontani una quindicina di giorni. Purtroppo sta avvenendo quanto gli oscuri tessitori di quell’evento si erano prefissi, è nata una polemica sulla possibilità o meno che la cultura islamica sia compatibile con la nostra, il che ha dato esca alle varie Santanché e simili di predicare che l’integrazione è impossibile, troppo profonde si confermano le ragioni che ci separano. Come se quelle violenze e offese alle donne fossero un fenomeno inevitabile, già avvenuto e quindi destinato a ripetersi ad ogni capodanno, in Germania o in altro Paese europeo. Sappiamo bene che piccoli scontri, violenze, aggressioni sono dovunque all’ordine del giorni, ma si tratta di colpi di spillo che come tali non compromettono le possibilità di una pacifica convivenza tra i membri delle due culture. E dunque, ancora una volta, siamo stati in presenza di un fenomeno eccedente, di proporzioni insolite, il che fa appunto pensare che lo si era organizzato con cura, mirando a conseguire lo scopo perverso di mettere a rischio la buona intesa tra gli uni e gli altri. Il fatto stesso che a tanta distanza i servizi di intelligence non siano stati in grado di fornirci una lista di “chi c’era”, in una compagnia così folta, fa pensare a un non troppo oscuro proposito di lasciare la cosa nell’ombra, di impedire di fare chiarezza. Oltre alla complicità dei servizi segreti, che per nostra diretta esperienza sappiamo bene quanto siano il più delle volte deviati e sempre pronti a mettersi a disposizione di intenti reazionari di destra, si aggiunge il comportamento ambiguo della polizia locale, che forse ha voluto farsi trovare impreparata di fronte a quella minaccia organizzata, continuando anche dopo il compiersi di quei fatti a non fornire un’assistenza adeguata. Le donne vittime di quelle aggressioni hanno dichiarato di aver dovuto attendere lunghe ore prima di poter presentare le loro denunce, tanto che molte di loro si sono sentite scoraggiate e hanno preferito andare a casa. Male ha fatto la Merkel, prima vittima di queste trame oscure, a non aver promosso un’indagine accurata e spregiudicata per accertare le responsabilità. E’ fondamentale concludere che non si è trattato di un oscuro e inevitabile portato di uno scontro di civiltà, bensì di una mossa accuratamente ordita, che però potrebbe rimanere eccezionale, non destinata a ripetersi, purché se ne denuncino con chiarezza i responsabili.
Sempre in materia di scontro tra i nostri valori occidentali e l’islam, mi stupisce l’assenza dal tavolo del dibattito di un’adeguata attenzione ai portati della cultura materiale. Non è uno scontro di religioni, ma di diverse fasi appunto di cultura materiale. Noi da due secoli beneficiamo dell’ingresso nel sistema industriale, e in definitiva, siccome questo è stato lento a diffondersi nei paesi del nostro Sud, questi sono rimasti a lungo inchiodati al seguito dei pregiudizi tipici della civiltà contadina, improntati a un maschilismo che poco concede alla liberà delle donne. Ebbene, i paesi dell’islam per lo più sono fermi a quello stadio, con tutti i relativi aspetti: le donne relegate in casa, costrette a “coprirsi”, a rimanere sotto il vigile controllo dei mariti, a sposarsi solo col consenso dei genitori e così via. Le primavere arabe hanno sofferto della sperequazione tra una gioventù raggiunta via etere dai portati di una società industriale avanzata o addirittura “post”, e invece l’arretratezza dei loro sistemi ed economie di fatto.
Infine un foglio da far scivolare in un dossier già esistente: in questi giorni si è compiuto il cambio della guardia alla direzione di “Repubblica”, ma in nessuno dei nostri ciarlieri salotti pseudo-politici siamo stati illuminati sulle ragioni e mutamenti insiti in questo passaggio. Purtroppo devo constatare che i lunghi sproloqui di Scalfari continuano a uscire.

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