Attualità

Amministrative del 19-6-16

Ho rimandato il Domenicale di ieri 19 giugno a oggi, lunedì 20, per poter prendere visione dei ballottaggi alle amministrative e andare a verificare in quale misura ci ho azzeccato nelle previsioni da me emesse nel Domenicale del 5 giugno. Ebbene, le cose non sono poi andate tanto male, del resto le mie erano previsioni di buon senso che ricalcavano le stime più diffuse. E dunque, tutti ammettevano che a Roma Giachetti non avrebbe mai potuto superare i macigni posti sul suo cammino dalla mala amministrazione anche di giunte di sinistra, cui egli stesso aveva preso parte, e dal disastro costituito dalla pessima scelta a favore di Marino. Via libera, dunque, alla Raggi. E così pure a Milano in definitiva Sala nei sondaggi aveva sempre preceduto il rivale di destra, a Bologna nessuno dubitava che alla fine Merola ce l’avrebbe fatta, a Napoli, niente da fare, era chiaro il successo, ma solitario, stampato nel vuoto, dell’uscente De Magistris. In definitiva l’unica sorpresa è venuta da Torino, dove una Appendino piglia-tutto è riuscita a superare abbondantemente il giusto e corretto Fassino. Pertanto, appare francamente esagerato che i nostri due maggiori quotidiani nei titoli parlino di un “trionfo dei Cinque Stelle”, per un solo dato davvero emergente e fuori delle previsioni, mentre questa formazione sparisce quasi dovunque nelle altre sedi. Ci si chiede allora perché mai la stampa ufficiale e istituzionale tiri la voltata al fronte degli irregolari, dei destabilizzatori del sistema. Lo si può capire se una opzione del genere viene da bande di giovani emarginati, ma perché gli si affiancano i severi giudici e leader dell’opinione nazionale? Perché appunto non sottolineano la quasi inesistenza di questi “Podemos” nostrani nella maggior parte degli altri Comuni, perché non mettono in evidenza i numerosi capoluoghi di provincia in cui il Pd ha riaffermato o strappato il successo? Perché agitano allarmi, annunci, o addirittura auspici di resa dei conti dentro la agitata famiglia della nostra sinistra ufficiale? Se Renzi si fosse gettato a corpo morto a sostenere le cause sparse dei candidati Pd nelle varie città, si sarebbe gridato allo scandalo, alla prevaricazione dell’”uomo solo al comando”. Ora invece il fatto che se ne sia stato prudentemente alla finestra gli viene imputato a grave scacco. Certo, un fenomeno si è verificato, funesto e deprecabile, a Torino, come Fassino ieri con voce affranta si è affrettato a dichiarare, si è avuta l’alleanza tacita tra le forze di destra e la giovane candidata destabilizzante, ma come faranno queste opposte sponde a conciliarsi nel governo della città sabauda, al di là del voto di un antirenzismo allo stato puro? Comunque, accettiamo pure il verdetto elettorale, seppure riportandolo nelle sue giuste misure, non consentendo invece che esso debordi ed assuma un peso che non può avere. Stiamo a vedere che cosa Raggi e Appendino, ora che hanno avuto la bicicletta, riusciranno a fare, a riprova se i Cinque stelle siano davvero una forza di governo, o puri profittatori di un qualunquismo irresponsabile e trasversale.
Il bello è che quella stessa stampa ufficiale, pronta già oggi a istruire un processo a Renzi, incitando i suoi oppositori interni ad affilare i coltelli e a procedere a un “redde rationem”, sia la stessa che lo ammonisce a non personalizzare troppo il prossimo referendum istituzionale. Se accennano alla possibilità che se ne debba andare solo per qualche votazione locale andata di traverso, chi gli perdonerebbe la pretesa di rimanere in sella se la sua maggiore manovra venisse bocciata? E come, anche se lo volesse, potrebbe rabberciare i cocci di una pentola che risulterebbe andata in mille frantumi non più componibili? Naturalmente molto dipenderà proprio dai fogli di maggior peso, se predicheranno la crociata “anti”, o se invece adotteranno un tono quanto meno più neutro e possibilista.

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