Letteratura

Governa, inutile ricorso alle clarisse

Clarissa

Ricevo  in dono natalizio La strategia della clarissa, quasi opera prima di Cristiano Governa, un mio concittadino di Bologna di cui però nulla sapevo primo di questo incontro, E’ un’opera con molti aspetti non funzionanti ma qualche altro invece azzeccato il cui mancato riconoscimento da parte dell’autore rischia tuttavia di compromettere l’insieme. Tanto per cominciare, c’entra assai poco quella clarissa ostentata nel titolo, quella Paola Venta sorella del protagonista, Carlo, il cui abito monacale non funziona troppo nelle indagini, e non cela dietro di sé nulla di sacrale, la ragazza si comporta in modo affatto naturale, come tutti noi, nell’eloquio e nella condotta. Il caso centrale è dato dalla scomparsa di una ragazza, tale Marina, che poi si comprende essere fuggita con u n uomo maturo, un certo Lividi. Ma di che cosa si tratta, sequestro di persona, fascinazione impropria, delitto in agguato? Tutte queste possibili soluzioni di affacciano alla mente dell’investigatore, il già nominato Venta, ma direi che più convincente è il suo braccio destro, Emilio Fantini. Naturalmente il nostro Governa si è impadronito di tutte le formule del giallo, con un investigatore che si rende simpatico per il suo modo alla buona di vivere, surclassato in  questo dal suoi aiutante, e naturalmente c’è anche qui il bisticcio tra due uomini  in campo e l’alterigia la spocchia di qualche loro superiore, messo là sembra apposta per frapporre ostacoli all’indagine, La quale, devo ammetterlo, per un concittadino dell’autore come me ha pure il merito di svolgersi tra le vie di Bologna, suscitando una specie di caccia al tesoro, a riconoscere i vari luoghi in cui si svolge il dramma. Il quale però continua a imbarcare elementi inutili, Già abbiamo detto  di quel vacuo rinvio alle clarisse, ma l’autore complica le cose appiccicando alla scomparsa un passato mitico, facendo di lei una eroina di altre età, una convinta credente nella vecchia dottrina del mesmerismo e di alti riti iniziatici degni di epoche del passato, tra storia e legenda, Come sarebbe stato meglio se Governa avesse voluto fare a meno di  tutti questi inutili valori aggiunti. Potremmo rettificare la vicenda, darne una parafrasi in termino di psicologia attuale. La ragazza  era stanca di sottostare alla routine cui la sottoponevano i genitori, il che come ben si sa è un fenomeno vasto, dilagante ai nostri giorni, quindi ha colto a volo l’o0ccasione di fuggire di sua spontanea volontà con u adulto maturo, intraprendendo con lui un’esistenza libera da remore e inciampi moralistici, I due si lasciano dietro una scia di delitti, dove la ragazza non è affatto vittima ma corresponsabile a pieno titolo, e dunque tutti i vari spettri  del mesmerismo, o delle clarisse, sono alzati come inutili bersagli, tanto per complicare le cose e nel tentativo di uscir fori dalle vie obbligatorie secondo cui ai nostri giorni si consuma il rito del giallismo stereotipato. Insomma, in questo caso ci vorrebbe un lavoro d forbici per estirpare dalla vicenda tutto quello che non serve o vale solo a creare complicazioni fittizie che non reggono alla prova del buon senso.

Cristiano Governa, La strategia della clarissa, Bompiani-Giunti, pp. 383.

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