Letteratura

Larocchi tra rugiada e cristalli

Nell’ultimo RicercaBO (3-4 novembre 2017) è comparsa una poetessa, Marica Larocchi, che ha rappresentato la sua arte nel modo migliore e più essenziale. A dire il vero, non è comparsa per niente, per ragioni di salute, ma c’è stato chi, molto bene, ha letto per lei alcuni poemetti inediti della raccolta “Nel paese dei totem”, che del resto ha fatto seguito a un volumetto, “Di rugiada e cristalli” in cui si sono manifestate le stesse virtù. Che consistono in una efficace congiunzione tra espressioni di cruda materialità, anche corporale, e invece squisiti riferimenti all’area nobile della parola. Una mirabile congiunzione di questa natura si incontra subito in due versetti di apertura: “Poca spuma di sangue si è rappresa /agli angoli dell’ultima parola”, dove i due riferimenti si alleggeriscono a vicenda, ma anche si danno concretezza, tangibilità. E la navigazione continua sempre su questa rotta bipartita, un colpo al cerchio, uno alla botte, come quando si parla di un risveglio “…di metafore estinte”. Buone le annotazioni di paesaggio, quando si parla della “…cute metallica dei laghi” (il freddo è nota costante di questi versi), su cui peraltro scorrono “tristi scafi grevi d’esiliati”, con un immediata crescita che ne fa delle “… fragili carcasse abbandonate / sulla battigia tra la morte e il sonno”. Insomma, è tutto un gioco sapiente tra la concretezza di sensazioni e impressioni immediate, e invece l’innalzamento a quote metaforiche. Eccellente per esempio questo verso: “Liquida come fiume è la mia voce”. Poi questo stesso senso di liquido scorrimento fa comparire degli “affluenti”, subito trascesi nella loro consistenza naturale in quanto fatti divenire delle parole “che un tuono iroso stempera nel mare”. Non ci meraviglieremo di apprendere che “Ci sono cavità nella memoria”, il dato materiale-esistenziale sempre presente, cui fa subito seguito un innalzamento lirico: “abitate da fluidi sortilegi”. Infine un’altra visione di comune esperienza, “A galla tra meduse e bacche marce” che viene immediatamente inquietata, sconvolta, messa in stato d’allarme, in quanto vi “…oscillano rottami di galassie”.

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