Letteratura

Manzini e il vendicatore

Tutti i particolari

In genere non ricevo più libri, me li devo comprare seguendo le indicazioni , le graduatorie fornite dai vari supplementi letterari. Così è avvenuto per l’ultima uscita  di Antonio Manzini, Tutti i particolari in cronaca, per Alessandro Robecchi, Pesci piccoli, e infine per Silvia Avallone, Cuore nero. Ebbene, in questa e nelle prossime puntate del mio blog parlerò di questi romanzi in ordine di merito. Al primo posto metto il primo dei menzionati, il Manzini di  Tutti i particolari in cronaca, di cui avevo appena lodato il precedente Riusciranno i nostri eroi eccetera. Il merito suo, intanto, è di riuscire ad abbandonare quel personaggio di Schiavone che gli ha dato la fama sia in ambito letterario sia, ben di più, in televisione. Qui il protagonista ne è l’esatto opposto, un Carlo Cappai che sembra personaggio statico, involuto, di ben poca fantasia, tanto da disgustare il padre che aveva riposto in lui ben altre ambizioni.  Si rifugia in una modesta attività di archivista, capace solo di tenere in ordine i suoi dossier. E anche la vita privata trascorre in una assoluta monotonia, nei pasti,  nelle abitudini, perfino nella vita sessuale che pare poter vantare solo una fiamma avuta nel  passato. Ma dietro tanto apparente grigiore si cela un vendicatore, che vede dall’interno le mancanze del sistema giudiziario ufficiale a cui scappano tanti colpevoli, mandandoli assolti, magari per mancanza di prove. Ma non lui, che in realtà vede, capisce o intuisce , e allora colpisce dal buio, dalla sua nullità. In tal modo, a dire il vero, Manzini incrocia tanti percorsi classici, a cominciare dal capolavoro di Agatha Christie, dei “dieci piccoli indiani” rei di gravi colpe, ma sfuggite alla giustizia, non però a un occulto vendicatore che li uccide uno a uno. Nello stesso tempo Manzini sembra volersi ispirare pure al metodo rovesciato del Tenente Colombo, vale a dire che spiattella subito i delitti di cui si vuole fare vendicatore conducendoci per mano fino al momento dell’esecuzione. Si aggiunga un altro merito, di aver dotato Cappai di una figura che agisce allo scoperto, un detective ufficiale, tale Walter Andretti, che parte da zero, nulla sa delle colpe per cui le varie vittime di misteriosi omicidi sono state raggiunte dalla vendetta. Manzini ha avuto anche la buona idea di distinguere le due vicende, quella diciamo così allo scoperto che ci fa assistere in diretta alle mosse del vendicatore, e l’altra che passo passo lo raggiunge, facendo ricorso a corpi di stampa diversi, così il lettore valuta subito a quale spezzone ci si riferisce, se è all’opera Cappai o il collega che man mano gli si avvicina, colui che in definitiva, come dice il titolo, riunisce con pazienza “tutti i particolari in cronaca”. Il lettore li conosce già, ma può valutare l’abilità di chi parte da zero e seppur faticosamente si avvicina alla verità, pur a noi nota già in partenza. Due fette della stessa torta che alla fine si ricongiungono a costituire una sola unità ben costruita.

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