Letteratura

Uno Stephen King deludente

Sono un ammiratore di Stephen King, ed è per me una festa quando esce una qualche nuova opera di questo autore di piena, forse eccessiva fertilità. Solo di recente ho lodato Sleeping Beauties, dove la trovata geniale è di far cadere addormentare delle belle signore, che poi si risvegliano in un altro mondo. Poi c’era stato anche L’Istituto, vicenda di un ragazzino dotato di poteri di chiaroveggenza, e per tale ragione divenuto preda di bande di malavitosi, mentre al solito c’è sempre un eroe positivo che si leva a difendere i valori della normalità. Ora speravo molto dall’ultimo uscito, almeno in Italia, Billy Summers, un malloppo di oltre 350 pagine, ma devo esprimere tutta la mia delusione. Si tratta di un killer rinomato, ma nello stesso tempo ritroso, anche perché si trascina dietro troppi tristi ricordi, come quello di una sorella che è stata massacrata schiacciandole il costato a calci. Ora vorrebbe starsene tranquillo, tentando addirittura di divenire scrittore in proprio, ma gli fanno un’offerta così straordinaria, perché uccida una vittima designata, che proprio non sa rifiutarsi: Ma qui cominciano le incertezze, i ritardi, i tempi morti. Il narratore ci parla di una strategia del killer riluttante tanto complessa che non riusciamo neppure a seguirla bene. E’ tutto un mutare di abitazioni, sia per trovare il punto giusto per sparare alla vittima designata, sia per prepararsi, nel caso, delle vie di fuga. E nello stesso tempo c’è pure un’accurata ricerca dell’arma giusta per sparare. Ma fra tante ricerche di vie di fuga perdiamo il controllo della situazione, francamente non si riesce neppure a capire se il nostro Billy abbia sparato il colpo fatale, e ora debba vedersela con gli stessi mandanti, che ovviamente vorrebbero farlo fuori come testimone sgradevole e minaccioso, Ma Billy aveva provveduto a costituirsi tutto un sistema difensivo. Francamente al lettore comune non resta che la delusione, per un andamento così piatto e in definitiva sconclusionato, Se non fosse, ancora una volta, a scattare la risorsa che rende leggibili questi enormi spaccati di vita yankee fornitici da King, veri brani di realismo, come si affittano appartamenti, come ci si nutre con acquisti dozzinali, come insomma si vive in una selva di piccole scelte, piccoli acquisti, al limite con l’insignificanza, o con la noia. A un certo punto Billy capisce di dover inserire qualcosa di più sostanzioso, nella forma di un amore improvviso per la giovane Alice. Peraltro anche lei, come la sorella di Billy, è rimasta vittima di una aggressione subita, di uno stupro che forse l’ha lasciata incinta, per cui si aggiunge il capitolo della frequentazione di farmacie alla ricerca di acquisire la pillola del giorno dopo, nuova pennellata di realismo tra le tante di cui King ci è prodigo a catena. Ma questo amore giunge troppo tardi, meglio lasciarlo a un possibile erede e continuatore. Billy chiude rassegnato una carriera così avara di sorpresa, per noi lettori, ma così ricca di indicazioni sulla american way of life.
Stephen King, Billy Summers, Sperling & Kupfer, pp. 545, euro 21,90-

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