Raciti
Mario Raciti ha avuto l’ottima idea di fornire un catalogo ragionato di tutta la sua opera di artista quasi alle soglie dei cento anni di vita (1934). Me lo ha mandato con una cordiale lettera di accompagnamento, dove però mi prega di non agitare il solito spettro, sempre usato nei suoi confronti, di essere un tardo erede dell’Informale. Eppure non c’è niente da fare, è proprio così, e non so perché si debba risentire di una citazione del genere, a meno che, come mi è capitato di dire in un recensione di qualche tempo fa, non si consideri come quei soldati giapponesi che non hanno saputo della fine della guerra e hanno continuato a combattere per conto loro. Certo l’Informale da tempo non è più di moda, ma non me mancano ragguardevoli cultori, come per esempio lo statunitense, ma ampiamente ambientato presso di noi, Cy Twombly. E così pure il nostro Raciti, che non si è mai lasciato tentare dalle mille sirene intervenute, a Milano e altrove, per distrarre il suo cammin, rifiutando le varie attrattive cui incece sono stati più o meno sensibili molti suoi coetanei e possibili compagni di via. Anche se, bisogna ammetterlo, egli ha fatto di tutto per rendere accettabile questa soluzione altrimenti troppo datata, per esempio evitando le campiture continue e compatte ma preferendo fornire una fattura a filamenti, sempre sul punto di lacerarsi, o di afferrare lungo i suoi percorsi tortuosi dei frammenti più vasti, proprio come potrebbe fare una corda tenace che uno si strascina dietro senza evitare, anzi, cercando con cura che questa funzioni come una trappola, quasi come un amo da pesca, per afferrare strada facendo dei brandelli di superficie, da coinvolgere in un unico intrico rendendolo più attraente. Insomma, un percorso che pur nella ostentata coerenza, pronta a sfidare l’influsso dei tempi e delle mode che passano, sa mantenere una sua correttezza e regolarità di rotta, proprio come dimostra questo enorme volume pieno di esercizi del genere.
Mario Radici, catalogo ragionato dell’opera 1950-2023, a cura di Sandro Parmiggiani, Skira, pp. 573, euro 245.