Attualità

Dom. 27-2-22 (Putin)

Confesso che fino a due giorni fa meditavo di stendere una nota per difendere una possibilità residua di risolvere la questione ucraina per via diplomatica,. Mi pareva che Putin avesse conseguito due obiettivi in parte ragionevoli, difendere il diritto di due regioni del Dombas di far uso della loro russofonia. Avevo già avuto occasione di rimproverare l’Ucraina di non aver concesso a quei paesi la supremazia della loro lingua, come invece siamo stati abili noi a fare nei confronti della comunità sicuramente germanofona dell Alto Adige. Ogni estate non so quante volte, provenendo da Cortina, varco a Cimabanche il confine tra la provincia di Belluno e quella di Bolzano, come mi annuncia un cartello dove il Sudtirol, come giusto, è in prima posizione, e l’Alto Adige viene posto al di sotto. Ovvero, noi abbiamo riconosciuto il diritto di tutta quella proinvincia di dichiarare la precedenza della loro linegua, e così viviamo in pace. Purtroppo l’ucraina non ha fatto a tempo opportuno qualcosa di simile verso le sue aree russofone, e dunque si poteva comprendere Putin nelle sue mosse per proteggere il diritto di quelle province a parlare russo. E anche di strappare a noi occidentali la solenne promessa di tenere lontani i missili della NATO dai territori sovietici, allo stesso modo che Kennedy aveva diffidato Kruscev dal portare i suoi missili a Cuba. Ottenuti quei due risultati, come mai Putin non si è fermato? Bisogna pensare che nella sua mente non ci fosse all’inizio l’idea di spingersi più in là, dato che in tal caso si potrebbe obiettare, perché non l’ha fatto di colpo, perché tanto indugio prima di invadere davvero l’Ucraina? Sembra che questa sia una lezione suggeritagli dai continui annunci da parte della CIA che l’invasione era imminente. Ovvero, come si dice in questi casi, è il continuo gridare “al lupo al lupo” che alla fine ha materializzato il pericolo. Ricorrendo a una metafora, Putin si è comportato come un chirurgo che apre un corpo per estrarne un limitato tumore, ma scopre che questo si è ormai esteso e quindi bisogna estrarre porzioni più vaste di tessuto inquinato, ovvero si tratta di estendere l’intervento molto più a fondo, al di là delle intenzioni inziali. Oppure un ragionamento da realpolitik ha convinto Putin che nessuno di noi occidentali vuole morire per Kiev, da qui la tentazione di procedere fino in fondo. Che fare ora? Si potrebbe anche dire che a questo modo Putin si è attirato addosso il male che voleva evitare, ma oseremo noi a intervenire in forze con le armi della NATO per difendere l’Ucraina? Saremmo davvero al limite con uns guerra mondiale. Temo che noi abbozzeremo, cederemo al prepotente l’intera Ucraina, col diritto di trasformarla in un paese a lui ossequiente, mettendo un baluardo solo verso ulteriori passi di conquista, erigendo un muro di difesa, per esempio, a favore dei Paesi Baltici. In altre parole, Putin ha giocato d’azzardo, ma temo che, entro certi limiti, il gioco gli sia riuscito, Le sanzioni economiche sono di poco peso, ci vorrebbe un deterrente militare, ma questo sarebbe di gravità incalcolabile.

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