Li chiamo domenicali, ma i pochi miei lettori sanno che sono in rete già dal venerdì prima. così è stato anche per quello di ieri l’altro, 14 ottobre, ma nel frattempo sono capitate cose che meritano forse di stendere un vero e proprio domenicale alla data giusta, magari connotandolo con un bis. Alludo allo strappo intervenuto tra Berlusconi e la Meloni, Forse è una ferita che si sta richiudendo, certo sono all’opera decine di pompieri per rimarginarla, pare che tra questi ci siano pure i figli del capo di Forza Italia. Se però fossi un politico di qualche peso, non eviterei di sondare un’ipotesi straordinaria, di convincere Berlusconi a un cambio di fronte. Non so bene fare i conti, ma se lui porta via i suoi parlamentari dall’ammucchiata del centro destra, questo perde la maggioranza, si potrebbe ritornare a qualcosa di simile alla maggioranza Draghi, con la sola esclusione di Salvini, che dopotutto è stato il vero genio del male che ha trascinato con sé il Cavaliere a mandare all’aria la maggioranza di ampia coalizione, Il Berlusca vi si era adattato con buona volontà. Se vi ritornasse, supererebbe di colpo i veti impostigli dalla ragazzina a lui tanto invisa, Nessuno gli impedirebbe di porre Tajani agli esteri, a scapito dell’attuale inquilino che non è riuscito neppure a farsi eleggere. E ci potrebbe stare anche un ministero per la Bernini, proprio all’università, la cui attuale intestataria non sembra di grande peso. E perfino, udite udite, ci potrebbe essere un posto per la tanto amata, da lui, Ronzulli. Per il resto, altre cariche potrebbero rimanere tali e quali, Ci sono i due presidenti di Senato e Camera, certo qui il male è avvenuto, e ritengo giustificate le proteste di Letta e compagni, non c’è da illudersi, si annuncia il peggiore governo di destra della Repubblica, già qui la Meloni ha gettato la maschera di perbenismo assunta in apparenza. D’altra parte quelle due pur alte cariche dello Stato sono ben poco decisive, e vi si può rimediare con le elezioni di minori cariche, di vicepresidenze e di responsabili di commissioni che sono ancora da fare. A presiedere un simile governo alternativo si potrebbe saggiare un ritorno di Draghi, oppure pescare tra qualche ministro tecnico, per esempio un Cingolani. Nel complesso, questo sarebbe il modo migliore per il Cavaliere di indirizzare verso la Meloni uno sberleffo, di farle pagare un grave scotto. Forse questa ipotesi è avventata e temeraria, ma potrebbe valere la pena si saggiarla.