Arte

Rubens il magnifico

Il Palazzo Ducale di Genova celebra Pietro Paolo Rubens, presente in misura ragguardevole nel capoluogo ligure, come del resto in tante altre città italiane, Venezia, Mantova, Roma, come un’ape, o forse meglio dire come una pompa risucchiante, una idrovora, per alimentare  il suo composto eccezionale, che giustamente Giuliano Briganti ha definito come il miglior esito del barocco, Si dà però in merito una capziosa questione etimologica e stilistica, in quanto quel vocabolo misterioso pare che derivi o dal nome di una perla uscita ammaccata e irregolare dal guscio dell’ostrica, o  da una figura dialettica,  Origini, l’una e l’altra, che converrebbero di più alle poetiche dell’”ingegno”, del  wit, del preziosismo, mentre il vocabolo, come ha ben visto Briganti, forse in grande misura grazie a Rubens stesso, è venuto a indicare una pienezza di carni, un trionfo di realismo, con tutta la pompa di colori, dinamismo di corpi, di illuminazioni dirompenti, Di tutti questi caratteri Rubens appunto è stato il campione assoluto, superando su questi traguardi altri campioni, diciamo pure del barocco, che potrebbero essergli contrapposti, in cui però le tenebre si sono mangiate buona parte di questa epifania dei  corpi. Così accade nel Caravaggio, soprattutto a partire dal suo secondo tempo dell’esilio e della fuga nel Meridione, lo stesso si deve dire per Rembrandt, campione di una concezione diametralmente opposta a quella di Rubens, tipica di una visione del mondo protestante, con individui risparmiosi, intenti a vivere le loro contenute esistenze nell’ombra di stanze o di negozi al riparo da sguardi indiscreti. Invece nel fiammingo c’è sempre una pomposa, spettacolare esibizione di attori e attrici che si tengono sopra le righe, indotti spesso a uscir fuori, dato che l’angustia di  spazi interni sarebbe di sacrificio alla loro incontenibile esuberanza. Si sa bene che tutto questo ha il suo massimo punto d’arriivo nel ciclo parigino dedicato a Maria de’ Medici, la “Sistina” del nostro artista, che fa sfoggio di sé al Louvre riempiendo una intera sala dell’ala Richelieu. Come un fiume in piena, Rubens ha superato ogni livello di guardia, battendo alla prova finale tutti gli antagonisti, che pure furono tanti, nella stagione che continuiamo legittimamente a intitolare al barocco..

Rubens, a cura di Wils Büttner e Anna Orlando, Genova, Palazzo Ducale, fino al 22 gennaio, cat. Electa.

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