Arte

Jessica Stockholder, una scultura totalizzante

Confesso che non ho mai visitato l’OGR (Officina Grandi Riparazioni) a Torino, uno spazio espositivo entrato di prepotenza nel già fitto organigramma della città sabauda, contribuendo a farne il terzo polo di riferimento, dopo Roma e Milano. Ora evidentemente mi riesce impossibile farvi una capatina, come vorrei per ammiravi la mostra dedicata a Jessica Stockholder (1959), forse in questo momento la migliore rappresentante delle ricerche tridimensionali a New York. Ma sopperisce largamente a un mancato contatto diretto con quanto l’OGR presenta l’abbondante corredo di immagini dell’artista reperibile su Google. In formula direi che questa artista concilia mirabilmente tutti i possibili dualismi riscontrabili oggi in qualsivoglia opera plastica. I suoi lavori praticano nel medesimo tempo la malleabilità, sanno cioè estendersi in ampie superfici, che però nello stesso tempo sono animate da esiti risalenti all’altra virtù spaziale, la duttilità, sotto forma di asticelle rivolte proprio a sostenere quelle sorte di lenzuola stese all’aria. E c’è pure la conciliazione tra la consistenza plastica delle masse e un piacevole cromatismo, quasi carnevalesco, se si vuole caratterizzato anche da una nota di sensibilismo femmineo, fino a sfiorare esiti di moda, o di kitsch, o di infantilismo, ma l’artista non ha paura di slanciarsi anche per quei sentieri che ad altri risulterebbero del tutto impervi. Si potrebbe anche parlare di un minimalismo però ben deciso a lasciarsi alle spalle i rigorismi plastici, e soprattutto l’austera tetraggine di materiali quasi privi di colore. Insomma, pur rimanendo saldamente agganciata alle rive di effetti plastici, la Stockholder cumula nelle sue opere tutti gli effetti di un brillante colorismo, a sfida di quanto su quel medesimo fronte potrebbero fare colleghi e colleghe intenti a lavorare su supporti bidimensionali. Siamo in presenza di un festoso e fastoso fuoco d’artificio, che oltretutto, pur compiacendosi di una sua intrinseca fragilità, non è poi del tutto precario e momentaneo, ma si mostra capace di resistere. In fondo un colpo di bacchetta magica è riuscito a bloccarlo, ma non a scapito di una sua intrinseca freschezza e grazia scintillante.

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