Attualità

Domenicale 3-1-16

L’argomento del giorno è inevitabilmente l’inquinamento atmosferico che ha colpito quasi tutte le nostre città, imponendo i vari inefficaci provvedimenti contro il traffico automobilistico, primo accusato per il manifestarsi di questi effetti negativi. Naturalmente mi sentirei di cominciare con un attacco, per me solito, al gufismo o catastrofismo di maniera che oggi ci affligge. Questi convinti predicatori del più nero pessimismo non hanno neppure guardato il calendario che ci dice che siano entrati in inverno da appena una decina di giorni, ed ecco infatti che questo si fa sentire, con pioggia o neve, dopo un periodo di alta pressione che non costituisce affatto una novità, se si dà retta a Bernacca e si prendono in esame i lunghi periodi prima di diagnosticare con pervicacia qualche irreparabile mutamento climatico Ma si può ammettere che l’inquinamento derivante dal ricorso ai cosiddetti combustibili fossili, gas e petrolio, è indubbio e nocivo, oltre al fatto che si porta dietro, come ha denunciato una trasmissione di Milena Gabanelli, tutta una serie di corruzioni. Si sa che l’ENI è costretta a pagare mazzette ai signori che nei paesi africani controllano i pozzi, nulla si può fare contro questa corruzione quasi istituzionale, ma accompagnata dal dubbio che molti tra i nostri funzionari, coperti dallo scudo di queste elargizioni obbligate, ne approfittano per far rimanere una quota parte del bottino nelle loro mani. Contro i prodotti fossili ci si difende solo con un ricorso sempre più esteso all’elettricità, che però, sta qui il circolo vizioso, al momento scaturisce proprio dall’uso sistematico di gas e petrolio. Oppure possono venire in aiuto le cosiddette energie rinnovabili, i pannelli solari e le pale eoliche? Certo è più che opportuno ampliarne l’uso, anche se pure questo non è immune dall’insinuarsi di tangenti e profitti illeciti. Ma bisogna pur prendere atto di una realtà incontestabile, queste fonti “pulite” non hanno il potere di alimentare gli alti bisogni di illuminazione e riscaldamento di una metropoli dei nostri giorni, e non ce la fanno neppure a ricaricare a sufficienza le batterie delle nostre auto, nel che starebbe la soluzione ideale per conciliare la capra dei trasporti individuali con i cavoli della riduzione di spesa e soprattutto di inquinamento. E dunque, si ritorna fatalmente alla servitù dell’accoppiata gas e petrolio? No, esiste un’alternativa, solo che su di essa è stata pronunciata una specie di maledizione, di condanna a priori, guai a chi osa menzionarla. Vorrei che la Gabanelli dedicasse una delle sue efficaci puntate alla questione delle centrali termonucleari. Chi ce le ha ancora, e malgrado tutto? Forse non è vero che esse sorgono ai nostri confini, in Francia e Germania, e forse che noi non acquistiamo ingenti quantitativi di energia prodotta a questo modo? E dunque non è colpevole, ovvero frutto di gufismo, di pessimismo retorico e inconcludente, la nostra pretesa di rinunciare per sempre a queste forme di rifornimento? Per dare ascolto alle inutili pretese dei “verdi”, abbiamo perso colpevolmente decenni di impiantistica su questa via, ma forse non è ancora tardi per rimediare e correre ai ripari.
Sempre in tema di gufismo, questa volta diretto a deprecare i guai che discenderebbero dalla legge elettorale, dall’Italicum in via di approvazione in forma definitiva, salvo poi il passaggio attraverso la prova referendaria, vorrei inserire nell’apposito dossier la ferma riflessione svolta sul “Corriere” nei giorni scorsi da Paolo Mieli, che mi sembra, tra le varie voci pubbliche e i convitati ai banchetti di Lilli Gruber, uno dei pochi attendibili. Già ho detto che mi era valso del suoi corretti pronostici prevedendo a mia volta, prima dell’esito del ballottaggio in Francia, che le Le Pen non avrebbero vinto nelle elezioni regionali. Poi, con sorpresa, Mieli ha deprecato il formarsi dell’alleanza repubblicana che ha sbarrato la via della vittoria nelle Regioni al Front National, suggerendo che in questi casi sarebbe meglio lasciar fare, mettere alla prova invece che bloccare queste pretese forze innovative. Ma in questi giorni Mieli si è pienamente riscattato dimostrando che la formula del ballottaggio introdotta da Renzi con l’Italicum è ineccepibile, e avrebbe davvero il potere di portarci fuori dalle secche dei difficili governi di coalizione, quelle secche in cui tuttora è impantanato un Paese amico e a noi prossimo come la Spagna.

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