Omaggio a Fabio Sargentini
Sargentini è ormai l ‘unico ancora attivo tra i grandi galleristi in azione tra i due secoli. Sperone pare che al momento si limiti a fare il bibliofilo. Di Tosellii confesso cje non ho notizie. Invece Sargentini ha avuto l’intelligenza di mutare le sue sedi secondo i dettami dei vari stili. Era partito da bravo figliolo del padre Bruno in una sede in Piazza di Spagna dove aveva sperimentato gli ultimi sussulti della stagione informale, ma anche gli inizi della stagione dell’azionismo, per esempio mettendo in scena un vero e proprio pappagallo .Ma ben preso aveva capito che proprio per assecondare i glia spetti del comportamentismo gli ci volvano spazi ben diversi e allora aveva affittato un enorme sotterraneo vicino a Piazza del Popolo. Ma poi aveva capito che anche quella stagione volgeva al termine, e dunque occorreva cambiare sede, come ha fatto assumendo un picolo spazio jn via del Paradiso, più adatto a celebrare i riti di un ritorno all’immagine, alla pittura. Questo mio è un lungo antefatto per arrivare a dire che ora in quello spazio tanto adatto ora ricorda una delle sue ultime scoperte, Giancarlo Limoni, scomparso in questi giorni, coi suoi fertili mondi vegetali e floreali, il che avebbebe indotto a sconfessarlo nelle stagioni precedenti. Buon cammino, caro Fabio, procedi per questa strada giustamente attenta al mutare degli stili.