Attualità

Dom. 1-3-20 (ancora virus)

Siamo in presenza di un”pasticciaccio brutto”, rispetto a cui quello narrato da Gadda è roba da ridere. Non si sa bene se siamo stati, in Europa, i primi della classe o invece gli ultimi, pronti a pratiche autolesionistiche, a infliggerci da soli il ruolo di untori, roba da far chiudere le frontiere a chiunque provenga dall’Italia. Confesso che ho visionato le mappe dei Paesi confinanti quasi desideroso di vedervi fiorire i bollini rossi, indici del diffondersi del contagio, ma così non è stato, o comunque in genere viene subito detto che i vari casi accertati hanno pur sempre una derivazione da qualche arrivo dal nostro Paese. All’inizio ci eravamo comportati bene, trovo per esempio che sia stato giusto sospendere i voli da e per la Cina, e anche sottoporre a quarantena (che poi è solo un paio di settimane) quanti venivano recuperati da Wuhan o da altri luoghi sicuramente esposti al contagio, mandandoli a sostare alla Cecchignola o in altre strutture pubbliche. Si sarebbe dovuto continuare per questa via, credo che fosse possibile risalire a chi fosse venuto da quelle sponde attraverso l’unico mezzo possibile, il volo areo. Le compagnie mantengono per qualche tempo le liste dei loro viaggiatori? Se questo non avviene, suppongo che sarebbe stato comunque possibile avere un elenco di chi fosse giunto a noi da quei paraggi, magari sfruttando anche l’interesse stesso di questi trasvolatori a sottoporsi a un’indagine. Si doveva insomma agire “ad hominem”, anche nei casi di Lodi, Codogno e paraggi. Nessuno pensa che da noi sia esistito un centro di diffusione autonoma del virus, e dunque anche da quelle parti il problema era di risalire alla fonte, di scoprire chi, provenendo dalla Cina, fosse stato l’involontario latore del contagio. Invece si è preferito agire all’ingrosso, erigendo barriere di contenimento, e così lasciando che all’interno delle zone bloccate il contagio si espandesse liberamente. Non solo, ma toccava a noi estendere il controllo su chi fosse in partenza per l’estero, se risultasse aver avuto contatti con persone provenienti dalla Cina. E c’è pure il sospetto che molte volte si siano assunti parametri troppo rigidi, incapaci di fare la differenza tra casi di banale influenza e invece di sicura infezione da Corona virus. Tragicomici poi gli elenchi dei deceduti, quasi sempre preceduti da osservazioni che in ogni caso si è trattato di anziani già vittime di varie gravi patologie: Ma allora, nel loro decesso c’è stato un intervento del virus oppure no? E non sarebbe meglio mettere a confronto il numero delle vittime per presunto contagio con quello di decessi mediamente delle statistico ai nostri giorni? Come mi è capitato di osservare, lo stesso criterio dovrebbe funzionare anche per Wuhan e dintorni, in cui una mortalità di due migliaia di soggetti, in una popolazione di dieci milioni di abitanti, potrebbe risultare un dato non enorme o fuori misura. Procedendo in questi modi inconsulti, ci siamo tirati addosso la peste, la qualifica di untori ufficiali, di Paese da terzo mondo, da cui ci vorranno mesi o anni per rimediare e risollevarci. Si sentono bollettini disastrosi per quanto riguarda il turismo, uno dei nostri beni-rifugio, dove fioccano le disdette, che ormai investono in pieno il periodo pasquale e già lambiscono perfino le ferie estive. Certo, oggi, nel mezzo della tempesta, le bocce devono rimanere ferme, ma in seguito sarà inevitabile andare alla ricerca dei colpevoli, e solo tra politici e tecnici, i giornali altro non hanno fatto che il loro inevitabile mestiere di portavoce, magari col megafono, dell’inevitabile inflazione mediologica. Ma il capo della protezione civile, un reticente e confuso Angelo Borrelli, potrà rimanere al suo posto? Chi ce lo ha messo, e per quali suoi pregi e titoli pregressi? E si salverà dal dubbio lo stesso capo del governo, l’abile, furbetto Conte, sempre sospeso tra il dire e il non dire? Certo è che per effetto congiunto di tanti errori e passi falsi ci siamo tirati addosso un macchia di vaste proporzioni, un virus ben più micidiale rispetto a quello contro cui si è preteso di sparare a colpi di cannone.

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