Dopo la Colonna dell’infamia eretta domenica scorsa, ora scomodo un “J’accuse” di zoliana memoria, sempre avendo come principali obiettivi i ministri Franceschini e Speranza. Procedo magari a elencare alcuni divieti leciti, cui io stesso mi attengo. Come quello di indossare le mascherine anche all’esterno, E certo ci voleva un coprifuoco, per evitare soprattutto le “movidas”, ma bastava porlo, come si era fatto in un primo tempo, alle 22 o 23, l’aver privato i ristoranti di servire la cena serale è stato un atto di puro sadismo che chiede vendetta. Si sa che i giovani, sfruttatori dell’”apericena”, non si siedono certo ai tavoli ma si affollano ai banconi, poi vanno a bere all’esterno. Questi dunque erano i comportamenti da impedire. Si potrebbero pure accusare i trasporti, ma bastava mettere un sistema di controllo sia alle fermate delle metropolitane sia sugli autobus. Leggo che ora si chiudono le più importanti stazione della metropolitana di Roma, anche questo è sadismo allo stato puro, provvedimento che grida vendetta, che meriterebbe di essere bollato da una insurrezione popolare. E poi, perché chiudere le scuole, nonostante che la ministra Azzolina ne avesse difeso la continuità di apertura? Il prendere le lezioni on line crea dei seri problemi a molte famiglie, e del resto siamo gli unici in Europa a insistere in questo disastroso divieto.
Resta poi il fatto, che meriterebbe anch’esso una sollevazione popolare di protesta, il fatto che i tamponi che si applicano a ruota libera, non si sa bene con quale criterio, col sospetto lecito che, se i contagi calano di numero, si dia ordine di farne di più, facendo aumentare per inevitabili regole statistiche il numero dei contagiati. E quando ci si deciderà a dare la differenza tra i cosiddetti asintomatici, che sono la maggioranza, e quelli che al momento sono già soggetti all’infezione? Perché non darci le probabilità statistiche che quelli della prima categoria, prevalente, contagino davvero gli altri?
Per altre cruciali questione mi basterà rimettermi al Data room dell’autorevole Gabanelli, che ci ha detto che la vera crisi sta nei medici di famiglia, i quali non intervengono se chiamati al minimo segno di contagio, causando quindi il ricorso alle ambulanze, con una folla di pazienti che potrebbero essere tranquillamente curati a domicilio, ma che così vanno a intasare gli ospedali, sostando in lunghe file in attesa di accoglienza. E il super-monatto Arcuri, invece di cumulare incarichi, non potrebbe intanto procedere a procurare bombole d’ossigeno, da portare nelle case, evitando appunto il ricorso agli ospedali, che peraltro anche loro ne scarseggiano?
Infine il capitolo dei morti, su questo si è espresso, se si vuole con cinismo, ma anche con franchezza, domenica scorsa il Presidente della Liguria Toti, intervistato dalla Annunziata. Al 90% muoiono degli anziani ultra-ottantenni (dunque, in sostanza, dei mei coetanei), già vittime di precedenti patologie, per cui riesce difficile valutare l’effettiva incidenza del covid a procurare il decesso. E poi, per favore, dateci il numero dei decessi avvenuti negli anni procedenti, fateci fare il conto della differenza.
Contravvenendo a tutte queste sacrosante richieste i nuovi monatti creano un clima di terrore tra la popolazione, fra l’altro ci hanno riportato in coda in Europa, dopo qualche effimero punto a nostro favore. Oggi siamo quelli che dichiarano ogni giorno il maggior numero di contagiati, di deceduti, di ricoverati. E si aggiunge a tutto questo anche il calo del anche il calo del PIL, dopo il rimbalzo anch’esso effimero dichiarato qualche giorno fa dal ministro Gualtieri. Ma certo la congrega dei virologi, sotto la guida compiaciuta di Speranza, si frega le mani di piacere per questo andamento così favorevole ai loro auspici, lunga vita a un contagio così’ remunerativo in termini di prestigio personale, di presenza sui media.