Scrivo questo mio domenicale, che in realtà è un venerdiale, giorno in cui lo metto sul blog, senza sapere l’esito del ballottaggio Macron-Le Pen. Mi ha lusingato il buon successo di Mélenchon e della sua sinistra, temo però che sia massimalista, lontana dai sani umori della socialdemocrazia, e non vorrei che spiriti anti-Nato e anti-Usa, come, ahimé, quelli alimentati dai nostri anacronisti dell’ANPI portassero i suoi aderenti a votare a destra, contro il da loro non certo amato Macron. Spero invece che lui vinca, perché è l’unico che può salvare l’onore della UE e sottrarla al passivo consenso agli USA di Biden, Costui è interessato che il nemico Putin si logori sempre più in Ucraina, anche se ciò implica di procedere nella distruzione sistematica di quell’infelice Paese, e di commettere gli indubbi reati che sempre accompagnano una guerra, contro cui è ben difficile invocare dei processi, se poi pretendono di rivolgersi a un dittatore assoluto quale Putin. Occorre intavolare una trattativa seria col capo della Russiaa, concedendogli qualcosa, come è inevitabile in ogni trattativa, Ridicolo che un capo in carjca dell’UE sia andato a Kiev a incitare il popolo ucraino a perseguire fino alla vittoria, che non ci può essere, dato il divario delle forze in campo, e non basta certo arnare gli ucraini con ogni strumento di difesa o d’attacco come promettono gli USA. Bisogna indurre anche Zelensky a qualche concessione, come per esempio la rinuncia a difendere il Dombas e la Crimea. Vengano lasciati alla Russia, o, per il primo, si promuova un serio referendum sotto il controllo di osservatori imparziali, Diverso sarebbe se Putin pretendesse anche Mariupol e qualcosa di più, in questa direzione la trattativa dovrebbe mettere un fermo sbarramento, Mi sembrano ormai sicuri il ∂estino di Zelensky e il diritto dell’Ucraina di entrare nella UE, i cui membri, invece che prodursi in gite di comodo nella capitale ucraina, dovrebbero cercare di affrettare i tempi dell’annessione. Ho già detto che per indurre Putin a sedersi a un tavolo d’incontro noi disponiamo di un’ottima arma persuasiva, quella di togliere le sanzioni, se risultasse possibile un accordo, aggiungendo magari l’impegno, oltre alla neutralizzazione l’Ucraina, di indurre anche Finlandia e Svezia a rallentare i rispettivi passi di ingresso nella Nato. Perché sperare in Macron, per una possibile mediazione di questo tipo? Per la buona ragione che Dario Fabbri, il ferrato interlocutore d Mentana negli speciali che la rete 7 dedica ogni giorno a questi problemi, la Francia coltiva una antica ruggine verso gli USA, e quindi è il Paese più in grado di porre un freno alla tendenza degli Americani a incrementare la guerra in corso, per cui non pagano alcuno scotto, ma vedono con enorme piacere che il loro rivale storico, la Russia, si è impaludato, e non desiderano certo tirarlo fuori, a differenza di noi europei.