Attualità

Domenicale 11-9-16 Napolitano

Il fatto del giorno può essere considerato l’accorato appello, emesso da Giorgio Napolitano e raccolto da “Repubblica”, a votare per il sì al prossimo referendum per la modifica della costituzione, a non sprecare un’occasione storica per raddrizzare il nostro sistema, mettendo da parte sterili e nocivi propositi vendicativi. Dato che, la cosa mi pare del tutto palese, gli intenzionati a votare no sono i nemici per la pelle di Renzi e della sua svolta, da reperire tra il rabbioso popolo dei Cinque Stelle e della Lega, e da qualche botolo ringhioso del centro destra, come Renato Brunetta, ma non nella “maggioranza silenziosa”, erede del copro informe della DC e disposta, per due abbondanti decenni, a votare per Berlusconi. Credo che forse lo stesso Berlusconi, nel segreto dell’urna, accoglierebbe il consiglio del fido Confalonieri e voterebbe pure lui per il sì, a un mutamento costituzionale cui del resto egli stesso, a capo dei suoi seguaci, ha dato forma e sostanza, prima di volersi vendicare dei pretesi torti patiti con la condanna per frode fiscale. Quanto ai no di D’Alema, della CGIL e dell’ANPI, sono i tentativi del postcomunismo di contrastare la minacciosa per loro avanzata dello spettro della socialdemocrazia, che avevano creduto di aver sconfitto per sempre.
Alquanto inutile la variante tattica ora assunta da Renzi, e approvata da Napolitano nella detta intervista. Anche se il capo del governo fa un passo indietro, nel caso che dovesse perdere a quella prova estrema ben difficilmente potrebbe rimanere in sella, e poi, a che fare, una volta che si vedesse strappato di mano il suo provvedimento più energico? Ma tutto sommato, ritengo che la causa del sì non debba avere molti timori, proprio perché il corpo massiccio dell’elettorato, o si astiene dall’andare a votare, o non si lascia tentare da inutili propositi di vendetta, non condivide le ragioni di odio verso Renzi che invece muovono le frange di una sinistra che si sente spiazzata, privata di una rendita di posizione.
C’è poi la questione dell’Italicum, ma anche qui sarei abbastanza ottimista. In molti si sono spaventati per l’esito delle amministrative, in cui al ballottaggio gli avversari dei candidati del Pd, non importa se di destra o di sinistra, hanno fatto blocco sommando i loro voti, inferiori se contati separatamente. Ma ovviamente accordarsi per mettere alla prova una nuova figura di sindaco è cosa ben diversa dall’affidarsi a un governo, e dunque, in caso di ballottaggio, di nuovo riterrei che la maggioranza silenziosa, tra i due mali, opterebbe per Renzi e il Pd, che tutto sommato è più vicino al centro-destra. Lo scavalcamento verso gli arrabbiati cinquestellati è un passo estremo che si addice proprio ai pochi scalmanati a oltranza. Il grosso dell’elettorato si muoverebbe con molta più prudenza e buon senso. Del resto, in un Parlamento così tumultuoso, in preda alle follie delle due estremità, come condurre in porto una riforma di carattere diverso, e con quali compromessi, che alla fine potrebbero risultare più dannosi di quanto previsto dall’Italicum? Ritengo che si debba diffidare dei sondaggi, o almeno ci dicano in che misura questi consultano un elettorato dai cinquant’anni in su. Se invece pescano tra i giovani, disoccupati, timorosi di un futuro privo di luci, l’esito non può che dare un responso a favore dei qualunquisti condotti da Grillo, il nuovo Giannini, che speriamo presto si rassegni a tornare a fare il comico.

Standard