Letteratura

lady Constance Lloyd

Laura Guglielmi si era segnalata, credo ai tempi di RicercaRE, per racconti freschi e promettenti, ma ora ha fatto un salto di qualità, compare come autrice di una biografia dedicata a Lady Constance Lloyd, moglie di Oscar Wilde, ed è lavoro meritorio perché riscatta questa signora dalla possibile colpa di aver abbandonato il grande scrittore alla sua sorte infausta, quando si era compromesso con quel gesto insano di avanzare un’accusa per diffamazione al padre del suo amante in carica, il giovane scapestrato Bosie. Fu un caso tipico del detto secondo cui deus amentat quos vult perdere. Con quella citazione in causa Wilde pretendeva di tutelare il proprio onore dall’accusa infamante di praticare l’omosessualità col figlio di quel nobile, ma gliene venne una condanna implacabile a ben due anni di lavori forzati. La nostra Guglielmi difende appassionatamente la moglie dello scrittore, che a differenza di molti altri non lo evitò nell’ora della disgrazia, ma gli fu accanto, anche in nome dei due figli, Cyril e Vyvyane. La biografa sostiene la causa che Wilde non fosse omosessuale fin dall’inizio e che dunque lady Constance non fu solo la donna dello schermo, la legò allo scrittore un amore autentico, come documenta pure l’esistenza dei due figli, anche se a dire il vero Wilde non si curò mai troppo di loro, tutto preso dall’amministrare il suo culto di intellettuale numero uno nella Londra del tempo, produttore inesauribile di battute, frasi ad effetto, provocazioni geniale. E Lady Constance, accanto a lui, non era solo una presenza neutra e inesistente, ma fu capace anche lei di esercitare un ruolo di intellettuale, con la difesa dei diritti femminili. Ma soprattutto, quando vennero gli anni della disgrazia e tutti si allontanarono da Wilde, lei, ci dice la Guglielmi, gli rimase fedele, andando a trovarlo in carcere, pur sottoponendosi a umiliazioni incredibili, in quanto le permettevano di dialogare col consorte solo racchiusi in due gabbie a distanza. Ci fu insomma una persecuzione terribile ai danni del reprobo, con effetti disastrosi anche sui due figli, che furono costretti a cambiare il cognome paterno per non essere perseguitati a loro volta. Naturalmente, questa giusta attenzione rivolta a Lady Constance mette in ombra quel magnifico spirito di redenzione che colse Wilde negli anni dei lavori forzati e che trova una straordinaria espressione in quel suo saggio insuperabile intitolato De profundis. Colgo l’occasione per segnalare a Laura che vada a leggersi il mio saggio Il simbolismo nella letteratura europea dell’Ottocento tra prosa e poesia, Mursia, 2018, con un intero capitolo dedicato proprio a Wilde. Ma è giusto che in questo caso l’attenzione della Guglielmi si sia rivolta a riscattare la coraggiosa presenza di Lady Constance Lloyd, lasciando Wilde sullo sfondo.
Laura Guglielmi, Lady Constance Lloyd, Morellini Editore, pp. 246, euro 17,90.

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