Arte

Pinuccia Bernardoni, artista di grazia “giapponese”

Sono ben lieto di aver ammesso Pinuccia Bernardoni all’accurata scrematura di artisti bolognesi “Dopo Morandi” che ho effettuato qualche anno fa a Palazzo Fava, ora purtroppo privato del Grande Timoniere che è stato per tano tempo Fabio Roversi Monaco. Ora in appoggio della nostra Pinuccia è venuta una esauriente monografia, ben supportata dalle testimonianze dei critici che meglio sono intervenuti sulla sua attività. Devo dire che il titolo dato al saggio mi sembra largamente improprio e in definitiva traditore della migliore poetica della nostra artista. Esso infatti suona “Scolpire geometrie”, ma Pinuccia in genere non scolpisce, quel gesto le è sconosciuto, lei appresta per fortuna delle superfici deliziosamente leggere, tramate di forellini, di buchi che le arieggiano. Si tratta infatti di fogli di carta di riso, o magari anche di lamine metalliche, ma appunto traforate, in modo tale che non ostruiscano, anzi, consentano una felice osmosi tra il dentro e il fuori. Insomma, se il termine di artista “japonard” non fosse occupato da uno dei Nabis, da Bonnard nel suo primo tempo, direi che anche la Nostra è felicemente “Japonarde”, pronta anche a tratteggiare con segno sottile dei motivi vegetali., qualcosa che va molto vicino agli Haiku giapponesi, seppure tenuti del tutto a livello grafico. Forse le converrebbe pure la nozione di rizoma, avanzata da uno degli apostoli del postmoderno, Gilles Deleuze, anche qui precisando che sia per Deleuze sia per gli autori di Haiku i rispettivi termini venivano proposti soprattutto per prodotti letterari, mentre Pinuccia li sa volgere sapientemente in termini grafici, ma mantenendone la medesima grazia leggera, volteggiante, quasi di tatuaggi impresssi sulla nostra epidermide, come sapiente tatuaggi. Un buon spettacolo di grazia e leggerezza lontano, per sua e nostra fortuna, dalle rigide griglie degli schemi geometrici come dall’atto troppo violento e vulcanico dello scolpire.
Pinuccia Bernardoni. Scolpire geometrie, a cura di Leonardo Regano, Danilo Montanari Editore, pp. 120, euro 25.

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