Arte

Grandezza di Tiziano giovane

Antonio Mazzotta e collaboratorco forniscono alle veneziane Gallerie dell’Accademia l’esatta antitesi di quanto, in modo maldestro, aveva tentato di fare anni fa il Comune di Belluno, proponendo la fase finale di Tiziamo al Palazzo Crepadona, affidato per l’occasione al grande architteto Botta che ne ha fatto una bomboniera da cui quella sede, la pi

importante per il Comune veneto, non si è ripresa per parecchi anni, mentre nello stesso tempo la sede veneziana offriva davvero una ottima selezione dell’ultimo Tiziano, eroico per quel suo impressionismo avanti lettera. Mazzotta e compagni indagano invece sugli inizi del genio di Pieve di Cadore, con data di nascita incerta ma tale da farne il più giovane dei cultori di una “maniera moderna” propriamente detta, col Vasari, sulle orme di Giorgione, il primo a inaugurarla nel Veneto. Basta un’osservazione per rendere tutto il senso della mostra- Con Tiziano, compare il movimento, le sue figure si animano, si schiodano da quelle pose ferme, ingessate, statiche, da belle statuine che erano state il limite degli artisti della generazione precedente, anche dei più grandi, come un Botticelli, un Peugino. Basti vedere il dipinto che è al centro di questa sfilata rivelatrice, L’angelo Raffaele e Tobia, il primo spalanca delle ali immense, pronte a prendere il vento, ma soprattutto china lo sguardo verso Tobia, che gli risponde inclinando anche lui il capo. E perfino il cagnolino sulka destra non si toglie il piacere di volgere il capo verso la scena dei due, quasi per potervi partecipare. Se consideriamo un altro dipinto, con un angelo intento percuotere un tamburello, quasi dobbiamo lamentare la mancanza di una colonna sonora che darebbe impatto e freschezza a quella scena, ma pur nel silenzio d’oblligo a movimentare la scena ci penano le gambe belle rotondeggianti dell’angelo, come si conviene a un infante. Magari è alquanto statica la Madonna con Bambino di un altro dipinto, ma in quel caso ci oensa il santo alla destra, a piegarsi, a disporsi in posa colloquiale. Sono prossimai i miracoli che Tiziano dipinge in una sede prossima alla Chiesa del Santo, mettendovi tutto il movimento richiesto dai vari soggetti, Da quel momento in poi, è una marcia trionfale che fa del Vecellio uno dei grandi protagonisti della maniera moderna, pronto a prendere il posto dello scomparso Giorgione e a rivaleggiare da vicino col massimo esponente di quella situazione, Raffaello, col dono di natura di sopravvivergli di mezzo secolo e quindi di immergersi ancora più a fondo negli eventi successivi della modernità. Ma gli inizi indagati dalla presente mostra sono già eloquenti in questo senso, ed è merito dei curatori farli emergere.

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