Letteratura

Marta Cai, destino incerto di centomilioni

Continuando nel mio esercizio un po’ folle di pre-graduatoria del Campiello, mentre non so se i due primi della classe, la Ballestra, e Pincio, avranno davvero il successo che neritano, un buon terzo, o addirittura capace di scavalcarli potrebbe essere Marta Cai, col suo Centomilioni, opera prima di una autrice che vive addirittura in Brasile, ma che colloca la sua storia dalle nostre parti, in un ambiente contadino, dove vive Teresa, invecchiando senza conoscere l’amore, al servizio di una madre esigente che la manda a fare le piccole incombenze e i modesti lavoretti del menage domestico, tutte e due obbligate ad assistere un padre colpito da malattia senile, non si sa se vera o se solo ostentata, Ci sarebbe l’incontro tra questo fiore appassito con un aitante giovanotto, di none Alessandro, ma non si riesce a capire se tra i due si sviluppa davvero un rapporto sessuale, o se tutto resta sospeso. Del resto, i due si assomigliano, se Teresa ci racconta come fa a pezzi le faraone o gli ossibuchi, il suo non si sa bene se aspirante innamorato, vive anche lui in modi molto modesti, si pensi che risiede in una stanza senza neppure osare spiegazzare le lenzuola ma limitandosi ad avvolgersi in una coperta stando a contemplare i guasti della camera di risulta che gli viene assegnata. In questa vicenda che ha una sua autenticità finché si tratta di povere esistenze, entra la somma spropositata enunciata nel titolo, che però sarebbe in vecchie lire e non in euro, Chi l’ha guadagnata? Il padre che ci sembrava fuori di testa, e quale uso ne viene fatto? Certo che sia Teresa che Alessandro restano entro gli angusti confini della loro esistenza, il che potrebb essere il pregio apprezzatio da un pubblico di lettori semplici e incolti,

Marta

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