Insisto ancora su quello che al momento è il tema che più mi interesse, e che spero tra poco di portare all’attenzione dei maggiorenti del Pd di Bologna in una riunione di cellula, ovvero la convenienza di andare a un contratto col M5S. Ho sentito l’ 8,30 della Gruber di lunedì scorso 10 giugno, dove compariva un suo interlocutore abbonato che lei stessa ha promosso al livello di massimo commentatore politico, Andrea Scanzi, indefesso accusatore-denigratore del Pd e di tutte le sue mosse, accolte con un sorrisino di commiserazione, e sempre pronto a bacchettarne ogni decisione. Tra cui, ovviamente, il mancato dialogo coi Pentastellati quando con loro era possibile formare un governo. Ma ripeto quanto qui detto già a più riprese, allora quel matrimonio risultava improprio per il nostro stato minorile e per l’oltracotante superbia dei presunti interlocutori. Ma un commentatore politico degno di questo nome dovrebbe sapere che esiste il cosiddetto “cairos”, che cioè le condizioni possono mutare, allo stato odierno noi siamo risaliti, e invece i possibili interlocutori sono discesi, e dunque la partita, cioè l’andare a un contratto con loro, si potrebbe giocare in termini diversi. Mi è dispiaciuto prendere atto che della stessa opinione, che cioè il dialogo sia chiuso per sempre, e per colpa di quel ribaldo di Renzi, è risultato anche un personaggio di ben altra statura rispetto a Scanzi, Veltroni, di cui ho più volte lodato, in sede di critica letteraria, i romanzi che ci ha proposto. Ma anche lui dovrebbe ricordare una massima latina, che se non sbaglio veniva mormorata da un ex-segretario del Pci, “multa cecidere quae iam renascentur”, ovvero mai dire mai, in politica. Il lato più spiacevole è che poi sia Scanzi che Veltroni si sono profusi in una lode indiscriminata di quel santino o santone che è stato Enrico Belinguer, per carità, onesto, anzi onestissimo, ma sul piano politico mosso da un unico chiodo fisso, impedire che Craxi si ingrossasse alla sua destra. In questo Berlinguer era ligio alla linea tradizionale del marxismo-leninismo, mai permettere che alla sinistra o alla destra del Partito si costituisca una forza antagonista. Del resto, se non sbaglio, per liberare del tutto il Pci dai residui di sovietismo c’è stato bisogno di un Occhetto e di un famoso incontro alla Bolognina, anche se poi a sua volta Occhetto è stato messo in soffitta. Sono in molti a doversi lamentare di essere rimasti vittima di un destino “cinico e baro”, come del resto lo stesso Veltroni, che assai prima di Renzi ha dovuto sperimentare sulla sua pelle come sia difficile andare contro tutto il resto dell’elettorato, coalizzato per punire chi tenta una qualche innovazione, nel Paese del Gattopardo. Certamente di spirito innovativo non aveva brillato Berlinguer, perfetto conservatore delle passate glorie del vecchio PCI.