Attualità

Dom.7-5-17(Mélanchon)

Nel domenicale della scorsa settimana ero stato molto cauto nel prevedere l’afflusso al voto delle primarie da parte del popolo Pd, del resto sulla scorta di quanto aveva fatto lo stesso Renzi. Per fortuna le cose sono andate meglio del previsto, con una quota che ha rasentato i due milioni di votanti. Naturalmente i gufi, gli anri-renziani per professione, ne hanno approfittato per segnalare il calo di numeri rispetto alle precedenti primarie, ma ha provvisto un Istituto forte nei calcoli statistici come il Cattaneo a ribadire come ci fossero dei fattori tali da ridurre l’affuenza ai gazebo, prima di tutto la vittoria ampiamente annunciata dello stesso Renzi, così da togliere ogni sapore di contesa sportiva al voto. In secondo luogo ha influito la scelta infelice di una data nel bel mezzo di un ponte, e probabilmente l’apparente disaffezione di una regione rossa come l’Emilia si spiega semplicemente con la lontananza dal mare, per cui la schiera dei vacanzieri aveva sentito lo stimolo di muoversi già all’alba della domenica, a costo di disertare i gazebo. Comunque, il risultato è stato schietto e rilevante. Tra poche ore, avremo quello del ballottaggio in Francia, ma sarei estremamente stupito se non ci fosse una conferma dei sondaggi del tutto favorevoli a Macron. I sondaggi sono diventati molto attendibili, non si citino i casi di Brexit e di Trump, dato che in definitiva i pronostici avevano ballonzolato sul limite, e forse era stata solo la nostra lettura prevenuta che li aveva spinti a comprovare le nostre speranze. Ora invece il margine tra Macron e la Le Pen è troppo ampio per lasciare dubbi, quindi io stesso mi preparo tra poche ore a intonare la Marsigliese, nel mio privato. Contento anche della bella convergenza nel segno dei valori repubblicani testimoniata in Francia, dove i soccombenti del centro destra, Fillon, e del centro sinistra non hanno esitato un solo minuto a invitare i loro simpatizzanti a colpire il nemico della democrazia, votando appunto per Macron, E si conferma pure l’ambiguità dell’estrema sinistra di Mélanchon, in definitiva erede dello sciagurato patto Molotov-Ribbentrop, secondo cui bisogna bloccare in ogni modo la causa della democrazia, e soprattutto dell’odiata socialdemocrazia. Mi sembra vano e inutile il tentativo di Pisapia di riunire gli sparsi cocci della sinistra, è chiaro che i vari D’Alema e Bersani e Speranza voteranno sempre contro il PD, pronti semmai a votare i Cinque stelle, o perfino la Lega, mai per gli odiati cugini socialdemocratici, che non si permettano di sollevarsi dal tallone sempre opposto a loro dagli eredi del postcomunismo, una mala genia da cui l’intero mondo occidentale si sta liberando.

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