Arte

L’utlo striozzato della Lassnig

Una galleria austriaca ricorda la connazionale Maria Lassnigg, artista non troppo felice negli anni di vita, nata troppo tardi (1919) per far parte degli espressionisti tedeschi titolati, morta tropo presto, nel 2014, per entrare nel gruppo dei Neene Wilder, per cui aveva tutti i titoli. Che dire di lei? I suoi volti fanno pensare a gravi esercizi di tortura, magari anche autoinflitta, come quella di infilare ta testa in cappucci restrittivi al massimo, fino a portare la bocca ad aprirsi in un grido, allargandosi a dismisura, Qualcosa in lei potrebbe pure ricordare il grande Bacon, anche per la curiosa caratteristica che da quegli esercizi di tortura esce fuori un’ondata di colore, di gialli sulfurei, di rosa ammalati, come se da tanto orrore potessero pure nascere dei fiori, Si tratta comunque di una presenza insolita, che ci insegue, ci terrorizza, o al contrario sprigiona in noi quella che Ungaretti chiamerebbe allegria di naufraghi, o di naufragi, a scelta, come si sa, Comunque una presenza che potrebbe rinforzare adeguatamente quella di uno dei più convincenti tra i Neuen Wilder, Georg Baselitz, fino a poter fare coppia con lui, nell’orrore, o anche appunto

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