Letteratura

ELP

Mi trovo in presenza di un mattone senza capo né coda, Elp di Antonio Mancini, la cui luce viene solo dal nome di Rocco Schiavone, per il solito effetto oggi tanto frequente che l’attore portanome della vicenda in uno sceneggiato televisivo spesso domina assai più del suo omonimo nella scrittura, Anche in questo caso quando incontro il nome di Schiavone il cuore mi si apre alla speranza, so che mi attendono cose piacevoli, o quanto meno non ingrate, comunque nel segno di una certa riconoscibilità, come sarebbe la confortante solidarietà di colleghi e colleghe sul lavoro, soliti inevitabili conflitti con superiori, bevute ad ogni passo e anche mangiate piacevoli e confortanti- Quanto alla vicenda vera e propria, a quanto pare sotto l’acrostico ELP invece di nascondersi un’allettante impresa futuribile o dotata di un qualche mistero si tratta solo di una sigla di comodo, fatta più per ingannare e per nascondere sotto la sua misteriosa solennità una vicenda molto banale di traffici sordidi, di caccia all’uomo, di pedinamenti, tradimenti, auto che vanno in rovina o seminano lungo le strade false piste che non portano a nulla, o almeno, portano pur sempre ad un’unica certezza, a quel Rocco Schiavone che resta l’unico punto fermo della vicenda, capace di darci qualche conforto, o qualche piacere di lettura.
Antonio Ma

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