Letteratura

Gentile, sono troppe le cose che ci salvano

Confesso di aver acquistato con un certo favore Le cose  che ci salvano di Lorenza Gentile, scoprendo al solito con molto stupore che quella era solo l’ultima uscita di una numerosa produzione, salutata anche da una messe incredibile di premi, Ho già detto cje i premi locali, una volta diretti alle mostre d’arte, ora si rivolgono ai prodotti narrativi. Il titolo, per la sua modestia, mi è apparso convincente, ed anche la protagonista, per la vita ritirata, tra le pareti domestiche di un’abitazione milanese come ce ne sono tante, confortata da un piccolo arredo di oggetti domestici e da qualche affabile contatto coi  coinquilini. Ma poi le cose hanno cominciato a guastarsi, intanto per il modo stesso con cui la protagonista, Gea, con l’amato fratello, erano giunti nel capoluogo lombardo, sottoposti a una crudele prova da parte del padre, degna di qualche sequenza alla Dickens o addirittura alla Bronë, il padre delle disgraziate figlie scrittici. I due erano stati lasciati nudi e crudi ad affrontare le difficoltà nella vita in una metropoli sconosciuta. Poi, a mutare ancor più le cose, è venuto quel magazzino obsoleto, una specie di Au bonheur des femmes, in cui di nascosto Gea si poteva recare per trovare tanti oggetti piacevoli. Da qui l’idea di costituire un consorzio per tentare di acquistare quel  locale decaduto e di riportarlo a nuova vita, col che spariva la dimensione domestica, crepuscolare della vicenda, e nasceva pure un duro conflitto con un commerciante che intendeva impadronirsi di quello stesso locale. Le ragazze consorziate cercano l’appoggio di una possibile erede di quel sito decaduto, la trovano, ma ne hanno un aiuto molto incerto e oscillante. Inizia dunque una dura trattativa con l’insidioso sfidante, che a tutta prima sembra avere partita vinta, ma poi ci si mettono di mezzo intrighi, colpi di scena, effetti fortunosi e fortunati delle leggi in corso, per cui alla fine le brave ragazze avranno partita vinta, ma così, per ritornare al titolo, disporranno di un tesoro infinito di “cose che ci salvano”:

Lorenza Gentile, Le cose che si salvano, Feltrinelli, pp. 310, euro 19

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